Uno sguardo psicoanalitico sugli ostacoli che gli omosessuali devono superare per costruire e mantenere le relazioni d’amore
Estratto dal testo di Tillman-David Schneider* contenuto nel saggio cattolico “Mit dem Segen der Kirche? Gleichgeschlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral” (Con la benedizione della Chiesa? Le unioni omosessuali nell’ottica della pastorale), a cura di Stephan Loos – Michael Reitemeyer – Georg Trettin, editore Herder (Germania), 2019, pp.54-70, liberamente tradotto da Antonio De Caro
Freud era abbastanza aperto nei confronti dell’omosessualità, ma i suoi allievi si spostarono verso una visione patologica. Solo nel 1990 l’omosessualità smise di essere considerata una patologia. Eppure nel mondo della psicanalisi ci sono ancora molti pregiudizi verso gli omosessuali che intendono diventare specialisti e terapeuti.
L’esperienza terapeutica dimostra che le relazioni eterosessuali non sono diverse dalle relazioni omosessuali; esse sono soggette agli stessi aspetti positivi o negativi. Il rapporto dell’individuo con se stesso e con il partner è, se mai, condizionato dall’accoglienza o dal rifiuto dell’ambiente sociale.
Ecco alcuni dei pregiudizi più resistenti:
– Le relazioni lesbiche e omosessuali non possono funzionare e sono infelici.
– Le relazioni lesbiche e omosessuali sono instabili.
– Scopi e valori delle coppie eterosessuali ed omosessuali sono completamente diversi.
Ma la letteratura scientifica più recente, libera da stereotipi di genere, conferma che non ci sono differenze sostanziali; piuttosto, profonde analogie. Secondo W. Stangl, la capacità relazionale rappresenta la competenza di prendere contatto con altre persone e di costruire e mantenere le relazioni con loro.
Si tratta di una capacità profondamente influenzata dalle esperienze dell’infanzia, come dimostra la teoria dell’attaccamento di Bowlby. Il neonato ha in sé l’impulso a cercare la vicinanza, l’affetto e la protezione di una persona di cui fidarsi. Se li riceve, come il latte, questi nutrono la sua capacità di attaccamento e di relazione, che forma la base per le relazioni ulteriori nel resto della vita. Il rapporto con la madre – o con la figura che la sostituisce- determina lo stile di attaccamento: sicuro o insicuro.
Un attaccamento sicuro, pertanto, può essere considerato un fattore di protezione, mentre un attaccamento insicuro può essere considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi psichici. Riguardo alla capacità di attaccamento, non si registrano differenze in base all’orientamento sessuale (p. 58).
Il giovane omosessuale non trova modelli di riferimento nella famiglia o nella società: la sua identità, il suo desiderio e la sua rappresentazione affettiva vengono costantemente negati. Ciò produce una profonda ferita narcisistica. Costruire, da tali premesse, la capacità di amore e di relazione è un percorso ad ostacoli, che prevede varie fasi e molte sconfitte.
Ma in questo sviluppo gioca un ruolo essenziale l’ambiente sociale, che viene influenzato anche dalle leggi vigenti. In Germania, fin dal 1872, l’omosessualità era considerata un crimine; questa posizione venne inasprita sotto il nazismo. L’omosessualità cessò di essere un reato nel 1989. Nel 2001 in Germania vennero approvate le unioni civili e nel 2017 il matrimonio per tutti divenne realtà.
Ma per generazioni l’omosessualità era stata considerata una malattia o un crimine: questo ha reso molto difficile la crescita per molti giovani omosessuali, che hanno finito per odiare se stessi a causa di un conflitto interiore fra il proprio desiderio e le norme sociali.
L’odio per se stessi può condurre a comportamenti autodistruttivi. Ma se le esperienze di attaccamento sono state sane, la persona può avvertire il proprio valore, sentirsi sicura e sviluppare la capacità di amare e di stringere relazioni. Indubbiamente, il riconoscimento sociale ed umano rende questi processi più rapidi e i risultati più solidi.
Non ci sono assolutamente prove che l’omosessualità sia contro natura, psicopatologica o in alcun modo dannosa. La differenza fra persone eterosessuali e persone omosessuali dipende, piuttosto, dalle esperienze di emarginazione o integrazione, rifiuto o accoglienza. Ma la società può solo trarre giovamento dalla diversità, che è una ricchezza, nella misura in cui contribuisce ad indebolire gli stereotipi e i modelli costrittivi.
La capacità di amore e di relazione delle persone omosessuali non presenta alcuna differenza da quella delle persone eterosessuali. Essa, per tutti, dipende piuttosto dalla quantità di relazioni positive, sicure, amorevoli e capaci di dare valore che gli esseri umani fanno, soprattutto da bambini.
E perché questo avvenga, ci vogliono genitori, nonni, educatori e di persone che accolgono i bambini così come sono, che li educano non nella paura, ma nella libertà di formarsi e di evolvere. E perché questo avvenga, ci vogliono una società e una Chiesa che permettano un rapporto aperto con il Diverso.
Il mondo della fede possiede un grande potenziale e sa promuovere guarigione e stabilità. La chiesa cattolica potrebbe evolvere verso la tolleranza ed aumentare la sua capacità di amore se accettasse le persone omosessuali; diversamente, rischia di non essere più compresa dagli uomini di oggi e di rimanere ai margini della società.
Se la chiesa cattolica continua ad escludere le persone omosessuali, sempre più persone, anche eterosessuali, ne metteranno in discussione i valori e la dottrina, se ne allontaneranno e cercheranno risposte e rifugio in altri contesti. Così va disperso un enorme potenziale.
È questo che la chiesa cattolica vuole? Può essa permettersi questa perdita? (p.68)
* Tillman-David Schneider, nato nel 1975, è uno psicologo, psicoanalista e analista.