Vangelo e libertà. Rileggere la Bibbia alla luce dell’omosessualità
Articolo di Nicolas Charrière pubblicato sul sito della rivista Évangile et liberté (Francia) nel gennaio 2013, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La differenza può essere difficile da vivere. Ma è anche una ricchezza, ce lo ricordano molti racconti della Bibbia, in cui c’è una sorgente di riflessione sull’atteggiamento che possiamo avere di fronte all’omosessualità. La maniera in cui la religione cristiana parla il più delle volte delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender (LGBT) è sintomatica del modo in cui gestisce al suo interno la questione della differenza. Qui è presente una grossa posta in gioco, qualcosa di essenziale.
La gestione della differenza è sempre stata delicata nelle società umane, in modo particolare nelle istituzioni.
Quando l’identità del gruppo si definisce in contrasto con coloro che non ne fanno parte e che vengono percepiti come una minaccia è inevitabile che le persone che non rientrano nella serie di cornici che costituiscono l’identità siano incompresi e quindi tenuti a distanza. Allo stesso modo, in materia di religione, un certo sapere “rivelato” porta con sé un certo potere rivendicato, e di conseguenza un sapere, spesso concepito come esclusivo, che circoscrive l’identità.
La Bibbia testimonia delle questioni in gioco a questo livello. Se prendiamo i testi che riflettono l’esilio del popolo ebraico a Babilonia, il libro del Levitico propone, per esempio, una legislazione che qualifica il puro e l’impuro in maniera molto precisa ed esclusiva, segno di una identità fragile che ha bisogno di centrarsi su delle pratiche che marcano l’appartenenza a un popolo comune. Le pratiche circostanti sono rifiutate e il legame si stringe in modo visibile.
Tuttavia, come la Bibbia difende l’idea di un Dio inafferrabile, misterioso e nascosto che sfugge a ogni presa di possesso umana, testimonia anche della lotta contro la pretesa di conoscere l’altro, e di conseguenza di giudicarlo, di rifiutarlo. Si tratta di una lotta per fare spazio in modo autentico alle persone nello stupore dell’alterità, nel presupposto che siamo tutti differenti: una lotta per aprirsi alla scoperta e all’amore dell’altro.
Se leggiamo la storia di Sodoma in Genesi 19 che dire di quel popolo che, nella sua interezza, rifiuta l’ospitalità e cerca di fare violenza allo straniero (colui che ai loro occhi è strano)? Noi riscopriamo questo rischio all’interno delle nostre comunità e sappiamo cosa il testo vuol dirci: non ci si distrugge accogliendo l’altro ma rifiutandolo.
Se esaminiamo i molteplici miracoli di Gesù sulle strade di Galilea, che dire di quell’uomo che va al di là delle regole di purità per vivere l’incontro con l’uomo e la donna emarginati e giudicati peccatori? La sua parola di guarigione è del resto sempre stata caratterizzata dal perdono piuttosto che dall’accusa, salvo quando se la prendeva con i giudici stessi, i farisei che ogni donna e ogni uomo rischia sempre di diventare, e che hanno bisogno di guarire il loro atteggiamento.
Se esaminiamo quello che dice Paolo in Romani 1-2, che dire di quell’uomo che non esita a utilizzare le liste dei peccati in voga nella sua epoca per mostrare che tutti gli esseri umani sono peccatori e che tutti hanno bisogno del perdono di Dio? Anche qui si tratta di lottare contro le pretese di possesso degli uomini e i giudizi avventati e, con un ribaltamento ardito, far scoprire ai credenti che ci troviamo tutti nella stessa posizione di fronte a Dio, che tutti possiamo beneficiare della sua grazia.
I testi che sono quindi utilizzati più di frequente per stigmatizzare le persone LGBT sono infatti anche – e senza dubbio in primo luogo! – dei testi che lottano contro la presunzione umana così rapida a classificare e giudicare, a sapere e condannare. La Bibbia, se contiene implicitamente la rivelazione di Dio, mette allo stesso tempo in guardia contro queste forme di discriminazione legate al “sapere”.
Potremo noi a nostra volta ascoltare questa chiamata in causa e osare un accoglimento più largo e generoso per le persone LGBT? Oseremo lottare contro la sofferenza e la mancanza d’amore che le nostre posizioni di fede troppo spesso alimentano? Un lavoro esemplare e denso è stato prodotto dal “Gruppo protestante di riflessione teologica sulle benedizioni per le coppie dello stesso sesso”, che permette di far avanzare in modo significativo questo cammino. Potete ordinare il libretto all’indirizzo gprotdereflexionbucouplesms@gmail.com
Testo originale: Relire la Bible à la lumière de l’homosexualité