Viaggio nel tempo di Quaresima. Vedere nel segreto
Riflessioni di Paolo Spina del Progetto Giovani Cristiani LGBT.
“…e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,18).
Di solito, il mercoledì delle ceneri si parla di condivisione, di preghiera, di digiuno. Quasi mai si torna su questo invito, suggerito ben tre volte. La psicologia ci dice che una delle fasi più importanti dello sviluppo, la costruzione del sé, avviene nel “segreto”: il bambino, il preadolescente, il giovane impara a ritagliarsi i propri spazi, non per occultare situazioni o incontri, ma per ascoltare le inclinazioni profonde, le domande più autentiche, le aspirazioni che costruiscono oggi la persona che sarà.
Tutto ciò accade a ognuno, vero; quanti, però, lavorano su di sé per accettarsi in uno schema diverso dalla norma comune – come le persone lgbt – vivono con un’accentuazione maggiore il “segreto” che portano nel cuore e che orienta i loro affetti. Non dimenticherò mai quelle serate in cui, rientrando a casa, temevo che i miei potessero leggermi in faccia che avevo appena baciato un ragazzo! O, ancora, di come fosse difficile poter parlare dell’omosessualità (e della mia omosessualità) con quanti condividessero con me la fede in Dio e l’amore per la Chiesa, e di poterne parlare senza confessarlo come fosse un peccato!
Segreto significherebbe, letteralmente, cosa messa da parte. Come sarebbe la mia vita se avessi accantonato ciò che il mio cuore prova, se l’avessi tappato in una bottiglia scurissima da buttare giù, giù e ancora giù, nell’oceano più profondo? Cosa vuol dire, invece, prendere questo segreto della mia persona e metterlo da parte, cioè separarlo dal resto, disseppellirlo come il più prezioso fra i tesori?
Separato, il kadosh della Bibbia, che si traduce anche con santo: la cosa più sacra di me, la realtà più santa per me. Sarebbe bello se, in quaresima come in tutti gli altri giorni dell’anno, sapessi separare cosa faccio per ricevere il consenso degli altri – dai familiari, agli amici, su su fino al Signore! – da quel “sé segreto”, seminato nel profondo di me stesso non per rimanere all’oscuro, ma perché cresca e fiorisca alla luce del sole. È poi questa la sola cosa che conta, anche in quella faticosa e primaverile quaresima che è il riconoscersi, accettarsi e amare secondo il nostro orientamento. Perché, se c’è un segreto per vivere felici, è proprio solo e soltanto quello di essere veri, e di essere liberi.
E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.