Vegliamo insieme per infrangere nelle nostre chiese il silenzio complice dell’omofobia
Volevo fare un’ esortazione che possa essere valida per tutti: le veglie (per ricordare le vittime dell’omofobia) sono state in passato un momento intenso per ritrovarsi e chiedere nella preghiera a Dio tanti nostri bisogni.
Ma mi chiedo: che ricaduta hanno avuto sul territorio dove le abbiamo fatte? Non è finita per caso che “ce la siamo suonata e cantata” da soli? Sono delle provocazioni che lancio ma che vorrei non restassero tali ma che avessero il fine di spingerci a gesti ulteriori.
Io ricordo ancora un ragazzo gay del mio paese che non ce l’ha fatta e si è suicidato e al pensiero mi viene una grande rabbia e voglia di piangere perchè so che in parte col mio silenzio sono stata complice di questo suicidio. Credetemi… Un ragazzo splendido… Mi viene solo da piangere! E voglio che questo non accada più a nessuno!
Non possiamo permetterlo! Non possiamo combattere contro l’aborto e poi scordarci di chi muore per la discriminazione subita anche dentro la Chiesa. E’ un’incoerenza! Le lacrime che versiamo intenerendoci per questi eventi devono spingerci ad altri gesti, sennò le veglie restano fine a se stesse!
Cerchiamo quindi oltre alle veglie di fare un documento (o una lettera) dove chiediamo con tutto il cuore a questa Chiesa di essere riconosciuti e accolti senza se e senza ma!
Cerchiamo un dialogo con questa Chiesa perchè il nostro silenzio è complice di questi suicidi e di queste depressioni.
Chiediamo con forza che questa Chiesa si intenerisca e ci accolga a braccia aperte e con calore vero e sincero! E allora le nostre lacrime non saranno vane! Le nostre emozioni troveranno il coraggio di esprimersi pienamente, con lo sguardo di chi vuole sentirsi amato davvero da tutti e senza pregiudizi.
L’ora è giunta! Insieme al mio gruppo”Ali d’aquila” (di Palermo) abbiamo già pensato che insieme alla Veglia quel giorno o la domenica successiva nelle Messe si proclami e si proponga di leggere in tutte le Chiesa d’Italia un appello al Santo Padre oppure una lettera indirizzata ai fedeli delle parrocchie e ai sacerdoti stessi.
I parroci che la riceveranno decideranno se leggerla o no…intanto noi lo manderemo lo stesso! O se è il caso potremmo decidere di leggerla anche noi durante la messa domenicale, se ci daranno spazio!
Chissà che il Signore non ci aiuti …..e magari i parroci che la leggeranno saranno più di quelli che crediamo! So che anche “Nuova Proposta” di Roma ha pensato ad una cosa del genere!
Potremmo inoltre fare conoscere questa lettera tramite la stampa locale e nazionale! Spero di aver dato uno spunto di riflessione e uno stimolo, a chi vorrà accoglierlo, per arricchire l’evento delle nostre veglie!
Vi saluto e vi abbraccio forte tutti/e!