Vegliamo insieme per superare le differenze, anche quelle di fede
Sono stata sempre un po’ queer e fiera di esserlo: queer perché valdese, perché chiaramente mezzo sangue germanico (almeno come corporatura massiccia sicuramente non per ideali), poi queer perché ‘terrona’ al nord essendo cresciuta a Roma…
L’aggrapparmi alla mia Chiesa Valdese di sempre in vecchiaia è stata, quindi, una necessità e una logica conclusione di una vita laica, curiosa, immersa in un mondo cattolico per non far sentire diversi anche i miei figli.
C’è invece una cosa che assolutamente non condivido. Il 17 maggio, quest’anno come già gli altri anni, ci sarà un momento di preghiera contro l’omofobia. Cosa deve essere? Condivisione di un pensiero? Condivisione di un credo religioso? Condivisione di una convenienza politica?
Oppure un momento in cui degli amici pregano insieme convinti del loro appartenere tutti insieme ad un mondo che deve cominciare a capire l’essere queer in ogni sua dimensione con rispetto per l’altro e rigettando tutte le battute da piccoli bulli di quartiere o di scuola?
Ed è la critica che tutti noi ci sentiamo di fare a molte nostre chiese sorelle o cugine. Bellissima e finalmente allegra alla fine la ragazza al Gay Pride, penso di Bologna!
La mia domanda è : vale la pena segnare i confini tra le chiese tutte, tirare su muri anche dove non ci sono, dividersi tra amici perché alcuni sono cattolici altri protestanti ed altri ancora ‘semplicemente’ amici ?
Anche la mia infanzia e adolescenza sono state passabilmente solitarie e problematiche non posso sentirmi parte anche io, forse in una Chiesa cattolica o forse a casa con amici africani parte di un mondo che vuole solo maggiore apertura e rispetto per l’altro?
Chi parlerà agli insegnanti e dirà loro come si sente un ragazzo o una ragazza che ha dentro un tormento di cui nessuno parla?
Quindi credo che si debba sempre andare avanti, non dividersi mai dagli amici ma anzi allargarsi sempre più, allargare il raggio d’azione coraggiosamente e discutere di tutti i problemi con grande apertura e rispetto accettando tutte le nostre diversità non solo quella sessuale che alla fine è sicuramente e purtroppo ‘non semplicemente’ la punta di un iceberg!
Un grande abbraccio