Vegliamo insieme perchè “Non abbiate paura!”
“Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”, dal Vangelo secondo Matteo (10, 27-31)
Care sorelle, cari fratelli,
il Vangelo che abbiamo appena ascoltato deve rappresentare per noi un momento di incoraggiamento ed una fonte da cui attingere forza, coraggio e consapevolezza del disegno di amore e dei progetti di felicità del Signore per ognuno di noi.
È uno dei brani in cui il Signore manifesta con forza il Suo amore a tutti/e noi: amore incondizionato, forte ma anche tenero. Un amore che ci spinge a non avere paura di essere noi stessi.
È un amore senza ipoteche: Gesù ci dice che noi siamo un valore in quanto pensati e creati per Amore da Dio senza nessun’altra condizione: non ci è detto che la nostra dignità di figli e figlie di Dio è legata al nostro orientamento sessuale o alla nostra identità di genere, né alla nostra conformità al sistema di questo mondo, no, ci è espresso, invece, un valore incondizionato nelle parole di Gesù che ci ripete che persino i capelli del nostro capo sono contati cioè che siamo oggetto di cure e di attenzioni materne da parte di Dio.
Gesù sembra spiegarci che le parole di disprezzo e scherno che sentiamo ogni giorno non possono ucciderci, non possono derubarci della ricchezza del nostro modo di amare, sembrano esortarci queste parole del Vangelo a farci scudo della dignità donataci da Dio per non lasciarci colpire o danneggiare nell’intimo dalle affermazioni di coloro che – ricordiamocelo – non hanno il potere di uccidere l’anima … a meno che noi, inconsci del nostro valore e della nostra dignità – glielo permettiamo, dando loro un potere malefico che Gesù, per coloro che Lo riconoscono Salvatore e Signore, ha svuotato di ogni efficacia.
Ed è proprio per questo che l’amore è legato fortemente all’invito a non temere, a non temere perché noi siamo un valore, in quanto Dio stesso ci ha amati e voluti ed ardentemente desiderati così come siamo, per ciò che noi siamo e pienamente desidera che ci realizziamo vivendo la nostra identità profonda: sembra dirci che i messaggi che vanno nel senso contrario a questa indicazione – da qualsiasi parte essi giungano (ma non c’è alcuna autorità al di sopra della Parola di Dio) – sono carta straccia, scarti, rifiuti da gettare nella Geena, luogo in cui, appunto, si bruciavano le immondizie fuori dalle mura della città.
Questo brano sembra fare da contro – eco a parole e discorsi sentiti di recente che sono parole e discorsi – nonostante la veste patinata e diplomatica – di disprezzo, denigrazione e detrimento della dignità nei confronti dei figli e delle figlie di Dio omosessuali e lesbiche, parole che lapidano, nel tentativo di lacerare la dignità delle persone, a colpi di sofismi, di distinguo, di se e di ma ripetuti ad intermittenza in un intercalare vorticoso di virtuosismi apologetici finalizzati a mascherare la realtà di un pensiero crudele e, al fondo, violento, che respinge l’altro solo perché diverso, solo perché non conforme e non funzionale al sistema ed alla perpetuazione dell’esistente.
Mi rendo conto di aver detto delle cose scomode e con un’ultima osservazione che va nello stesso senso voglio concludere, dicendo che anche da parte nostra è necessario comprendere che la presenza e la visibilità, direi la normalità delle persone GLBT – così come anche la richiesta da parte delle donne di poter vivere, al pari degli uomini, la propria vocazione anche ministeriale – mette in crisi alcune Chiese e comunità, perché costringe a ripensare un sistema valoriale fondato sui principi tortuosi di un ontologismo sconfitto dalla Storia e svelato insano dal progresso delle scienze umane e dalla nascita dei movimenti di liberazione che hanno attraversato il secolo precedente e, se in un sistema piramidale crollasse un masso, un pilastro, tutta la piramide rischierebbe di stritolarsi, vertice compreso.
Nonostante tutto questo noi oggi, fratelli e sorelle, siamo qui non solo per attingere coraggio e forza ma anche per dare realizzazione e forma concreta nelle nostre esistenze a queste parole di Gesù che abbiamo ascoltato: siamo qui per gridare sui tetti ed in mezzo a tutti gli areopaghi che sono alla nostra umile portata tutto ciò che il Signore sussurra nelle stanze segrete dei nostri cuori e delle nostre coscienze e che – guarda caso – tocca l’essenza dell’Evangelo, cioè che non dobbiamo temere nonostante le porte degli inferi sembrino, a volte, persino prevalere perché nessuno ha il diritto, né il potere di rubarci la dignità che il Signore che ci ha conferito, creandoci, TUTTI e TUTTE, a Sua immagine e somiglianza, né c’è qualcuno che può arrogarsi il diritto o l’autorità di deturpare quella libertà di figli e figlie di Dio che Cristo è venuto a restituirci con la Sua morte e Resurrezione.
Possa questo Santo Evangelo di dignità accompagnarci lungo il nostro cammino, conferendoci forza e consapevolezza del progetto di felicità, di amore, di pace e dignità che Dio ha disegnato per ognuno e ognuna di noi. Amen.
Vegliamo insieme perchè “Non abbiate paura!”
Non taceremo! Finchè non riconosceranno il volto di Cristo in ciascun uomo?
Testo della Veglia ecumenica di preghiera “Per chiedere al Signore di aiutare chi guida le chiese a riconoscere il Suo volto nel volto delle persone omosessuali”, Tempio Valdese di Milano, 20 dicembre 2008
La Veglia di Milano, gli omosessuali, le paure delle nostre chiese e il volto di Cristo
Dicembre 2008. Preghiamo per l’accoglienza delle persone omosessuali nelle chiese