Veglie per le vittime dell’omofobia: «Non possiamo tacere»
Anche i gruppi cattolici di base e degli omosessuali credenti si mobilitano per la giornata internazionale contro l’omofobia, promuovendo delle veglie per le vittime della violenza omofoba in diverse città italiane che, in qualche caso, ottengono pure il placet dei vescovi.
«L’iniziativa è nata cinque anni fa – racconta Gianni Geraci, dello storico gruppo del Guado di Milano.
Un gruppo di omosessuali credenti di Firenze commenta la notizia del suicidio di un ragazzo omosessuale di Torino che non aveva retto alle prese in giro dei compagni e decide di incontrarsi per pregare per le vittime dell’omofobia».
Così sono partite le veglie che negli anni, nonostante gli ostracismi iniziali da parte di parroci e vescovi, si sono moltiplicate e diffuse in tutta Italia. Quest’anno hanno superato quota 20.
Alcune si sono già svolte – a Pescara e Firenze, in ambito cattolico, a Torino, Marsala, Rimini promosse dalle comunità valdesi -, la maggior parte si terranno questa sera – a Genova, Palermo, Grosseto, Livorno e in altre città -, altre ancora nei prossimi giorni, come quella di Milano, il prossimo 22 maggio, in un primo momento stoppata dalla Curia, che però poi ci ha ripensato, forse perché «agitata» dalla diffusione della notizia del divieto.
A Firenze, ieri sera, gli omosessuali credenti si sono ritrovati nella parrocchia della Madonna della Tosse, quindi con il via libera implicito del vescovo della città, guidati dal frase biblica «Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello è ancora nelle tenebre».
E stasera toccherà a Palermo, nella parrocchia di San Gabriele Arcangelo, insieme a valdesi e luterani, anche in questo caso con l’autorizzazione del vescovo, il cardinal Romeo, che invece lo scorso anno proibì all’ultimo minuto una veglia già programmata, che infatti si svolse in strada, davanti alla chiesa.
«Non possiamo stare in silenzio quando milioni di uomini e donne nel mondo vengono minacciati, torturati e anche uccisi solo perché esistono, amano e vogliono vivere la loro affettività – spiegano gli attivisti di Gionata, la rete italiana degli omosessuali credenti -.
Per questo invitiamo tutte le persone di buona volontà, le comunità cristiane, le associazioni laiche e ecclesiali a partecipare alle veglie e a fare memoria dei tanti omosessuali vittime di violenze e rifiuti nella famiglia, nella società e talvolta anche nelle Chiese».