Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto
Riflessioni del biblista M.S.
Rileggendo il Vangelo di Giovanni e confrontandolo con le notizie di cronaca di questi ultimi giorni, cari amici, ed in particolare di tutto ciò che la mia amata Chiesa “sta combinando”, mi è risultata subito agli occhi una frase… e su questa baserò questa mia riflessione. “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”, è il grido con cui Giovanni apre il suo Vangelo… è il grido che ancora oggi risuona ogni qualvolta, all’interno della Chiesa, il Vangelo di salvezza non viene applicato, non viene realizzato, non viene attuato. È il grido di un uomo in esilio a Patmos… è il grido di tanti “esiliati” che cercano solo amore e pace. Come possiamo annunciare Dio se poi lo contraddiciamo?
“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1, 1-17)
Cari amici, è da tanto che non vi scrivo, ma di fronte a tali ingiustizie non potevo tacere. Purtroppo, le dittature e le intolleranze governano ancora il mondo odierno, e in questo periodo d’Avvento, di attesa, la nostra speranza non deve affievolirsi. Durante i vari momenti di prova, e credetemi, nella mia vita ne ho avuto tanti, l’unica certezza era la Parola di Dio e la sua carezza nell’anima mia. Specie nel Prologo di Giovanni, colui che ha avuto il privilegio e l’onore di posare il suo capo sul petto di Cristo e di ascoltarne quel “battito che tanto ha amato gli uomini ”, ci sprona ad avere forza e coraggio nella lotta contro le tenebre. Ma quali sono le tenebre di cui parla Giovanni, questa oscurità che incombe ancora sulla terra e non lascia penetrare i raggi dell’alba nuova della resurrezione? Sono le tenebre della chiusura all’amore di Gesù, all’amore di Dio, all’amore dello Spirito. A quell’amore che ci riconosce tutti fratelli, perché battezzati e creati nel Nome dell’unico Dio, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe… il Padre misericordioso che Cristo ci ha svelato.
Rileggendo il Prologo e confrontandolo con le notizie di cronaca di questi ultimi giorni, cari amici., ed in particolare di tutto ciò che la mia amata Chiesa “stà combinando”, mi è risultata subito agli occhi una frase… e su questa baserò questa mia riflessione.
“VENNE FRA LA SUA GENTE, MA I SUOI NON L’HANNO ACCOLTO”
“Venne fra la sua gente”… per annunciare la liberazione dei prigionieri, la libertà agli oppressi, per rimettere le colpe e ridonare salvezza, per abbattere il muro di divisione che c’era, per annunciare ai peccatori: “Và, neanche io ti condanno…”, per svelarci il volto amorevole del Padre, per ricordarci che “ anche se siamo Parti, Elamiti, Greci, abitanti della Mesopotamia e stranieri… Cristo ci ha uniti per poter gridare in una sola voce Abbà Padre”.
“Ma I SUOI non l’hanno accolto”… è il grido con cui Giovanni apre il suo Vangelo… è il grido che ancora oggi risuona ogni qualvolta, all’interno della Chiesa, il Vangelo di salvezza non viene applicato, non viene realizzato, non viene attuato. È il grido di un uomo in esilio a Patmos…è il grido di tanti “esiliati” che cercano solo amore e pace. Dio è l’amore, e solo Dio può giudicare il cuore di una persona. Questo ci ha insegnato Cristo… “Ama, e fai ciò che vuoi”, questo ci ha insegnato Agostino. È proprio vero: la bocca parla a seconda di ciò che alberga nel cuore… Cristo è venuto a portare unità, pace, concordia, amore, misericordia…ad insegnarci che due sono i comandamenti essenziali nella vita del cristiano: “Amare Dio e il prossimo come se stessi”.
Ed allora mi chiedo: Tu Chiesa, perché continui a puntare il dito contro i figli di Dio? Come puoi dire di essere SPOSA CHRISTI se poi non ami i tuoi figli, generati nella fede col battesimo ed innestati in Cristo (perché se figli siamo anche eredi, eredi di Dio). Forse il “dio” che tu annunci è diverso dal nostro Dio che amiamo? “L’amore non ha sesso” cita una canzone…non ha sesso perché è universale, non ha colore, non ha forma: è dono di Dio quando l’uomo gli apre il cuore. E quando l’uomo fa l’esperienza dell’amore è allora che fa esperienza di Dio. Perché Dio è la fonte dell’amore. “Amatevi gli uni gli altri”… “Amatevi come io vi ho amato”… Amatevi…è questo l’imperativo divino, è questo l’unico messaggio che deve albergare nella chiesa…e non anatemi e scomuniche, che chiudono le porte all’amore…a Dio.
Come possiamo annunciare Dio se poi lo contraddiciamo? Come possiamo essere testimoni del Risorto, se poi continuiamo ad offuscare uomini e donne “di buona volontà”, solo perché “amano” non secondo “i nostri canoni” non sono degni di accostarsi a quel banchetto…a cui lo stesso Gesù ha voluto pubblicani e peccatori, ladri e adultere. Come possiamo essere credibili se distinguiamo e cataloghiamo le persone solo in base al loro modo d’amare? “Ciò che conta è amare…” scriveva Carlo Carretto, un grande profeta e precursore, che ha pagato anch’egli il caro prezzo della verità.
E allora, cara Chiesa, perché vuoi tu scegliere chi invitare al banchetto eucaristico?
Perché continui a chiudere le porte del Regno che Cristo è venuto a riaprire?
Perchè continui a preferire “alcune pagine” del Vangelo e non l’annuncio di salvezza per intero?
Perché preferisci quel Cristo inchiodato sulla croce dalle autorità ecclesiastiche del tempo, e non il Risorto per la salvezza di tutti?
Perché anzicchè andare alla ricerca della pecorella smarrita, ti chiudo nel tuo recinto di sicurezza fatto con paletti di moralismo anticristiano e steccati di intolleranza umana?
Tanti “perché” a cui vi è una sola risposta flebile, fioca ma ricca di significato…”Padre, perdonali… perché” non sanno quello che fanno.”