Versetti pericolosi. Padre Maggi rilegge il Vangelo di Luca
Articolo di Carlo Baroni tratto dal Corriere della Sera, 11 dicembre 2011, p.29
Quando si scrive di Vangeli, di Gesù è come stare in bilico tra l’ovvio e il blasfemo. Un confine labile, dove basta niente per precipitare di qua o di là. Non a caso l’ultimo libro di Alberto Maggi si intitola Versetti pericolosi (Fazi, collana Campo dei Fiori, pp. 194, €16).
Il frate dell’Ordine dei Servi di Maria rilegge il Vangelo di Luca. Forse il più «rivoluzionario». Quello che si apre e si chiude «all’insegna di un amore dal quale nessuno si deve sentire escluso». Si parte dai pastori alla grotta di Betlemme e si finisce con gli aguzzini ai piedi della croce. Due categorie neglette. Povere o discriminate. Di sicuro ai margini della società. I titoli dei capitoli sono originali, persino irriverenti: «Non c’è più religione», «Il fiasco di Gesù», «Le spie di Dio», «Last minute».
Si racconta di una Legge che viene accartocciata insieme a chi la usa per nascondersi dietro ipocrisie e finto perbenismo. I farisei, appunto e gli scribi. Il messaggio è devastante. E scuote anche le prime comunità cristiane. Che, ricorda Maggi, bandirono l’episodio più «imbarazzante»: il perdono della donna adultera. Riapparve in un secondo tempo nel Vangelo di Giovanni.
I Versetti pericolosi sono una provocazione spesso intelligente e profonda ma, talvolta, scontata. Le critiche alle gerarchie ecclesiastiche della «tolleranza zero» e dei «valori non negoziabili», più che un pungolo a chi guida la Chiesa, appaiono come un cedere al luogo comune e allo stereotipo. Un vestire Gesù dei panni del «rivoluzionario» o del «sociologo». Abiti che gli stanno stretti. Anche se il richiamo al comandamento dell’amore, troppo spesso disatteso, è un accorato appello che in quest’epoca è diventato sempre più «voce di uno che grida nel deserto».
E la voce di Alberto Maggi è sincera, il suo linguaggio accattivante. La rilettura dei testi sacri ti spiazza. Costringe a riflettere credenti e lontani dalla religione. A guardare le cose di Dio da un angolo che non avevi previsto. E questo è un merito non da poco. L’autore dei «versetti» è un appassionato della Bibbia prima ancora che un esegeta. Per il teologo Vito Mancuso «era dai tempi di David Maria Turoldo che nessuno riusciva a leggere con tale forza i testi sacri del cristianesimo».
Alberto Maggi, Versetti pericolosi, editrice Fazi, 2011, pp. 194
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