Il vescovo di Civitavecchia presiederà la veglia «Tutti fratelli» in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia
Articolo di Alberto Colaiacomo pubblicato su Lazio Sette della Diocesi Civitavecchia-Tarquinia, supplemento domenicale di Avvenire del 16 maggio 2021, pag.8
Domani sera, lunedì 17 maggio (2021), nella parrocchia dei Santi Liborio e Vincenzo Maria Strambi a Civitavecchia, il vescovo Gianrico Ruzza presiederà la Veglia di preghiera per l’accoglienza e l’integrazione. “Tutti fratelli” è il tema scelto quest’anno per l’incontro che si svolge in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e che invita la comunità alla preghiera per tutte quelle forme di discriminazione causata da idee, status giuridico, razza, salute e orientamento sessuale.
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” è il brano del Vangelo di Giovanni che sarà al centro della meditazione.
La Veglia conclude il cammino “L’eucarestia scuola di inclusione umana” rivolto ai cristiani LGBT e le loro famiglie che, dallo scorso mese di settembre, ha visto riunirsi un piccolo gruppo di preghiera insieme al vicario per la pastorale, don Federico Boccacci, e ai coniugi Salvatore e Serenella Olmetto dell’equipe diocesana della Pastorale per la famiglia. Un percorso che nella Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia è iniziato nel 2017 e che il vescovo Ruzza ha rilanciato accompagnando il gruppo con le meditazioni bibliche in tutti gli incontri.
«La Veglia per l’accoglienza e l’integrazione – spiega Serenella Olmetto – fu celebrata per la prima volta il 17 maggio 2007, in seguito al suicidio di Matteo, un giovane ragazzo torinese di 16 anni vittima delle angherie omofobe dei suoi compagni di scuola».
«Purtroppo – continua – nella nostra società sono molte le forme di violenza e di discriminazione, legate al sesso, alla razza, alla religione, alla cultura e rivolte ai più deboli e indifesi: basti pensare ai tantissimi migranti, che muoiono in mare, spesso nell’indifferenza più vergognosa o al numero sempre crescente di atti di violenza sulle donne.
Con questo momento di preghiera e di riflessione che cresca in noi e in ogni uomo e donna la capacità dell’accoglienza reciproca e in ogni società e Stato la determinazione a integrare ogni persona.
«Siamo tutti in una corsia di ospedale, malati del peccato di giudizio». Sono state le parole con cui il vescovo Gianrico Ruzza ha presentato, nove mesi fa, il percorso che ha portato alla Veglia che sarà celebrata domani sera. «Gesù – aveva ricordato – viene per i malati, perché
non sono i sani che hanno bisogno del medico».
Parlando della particolare situazione che vivono le persone omosessuali e le loro famiglie, il vescovo ha detto che «dobbiamo metterci dalla parte di chi soffre e, come ha fatto papa Francesco, dire “perché loro e non io?”». «Dalle periferie, anche da quelle esistenziali, si vede meglio il centro» ha detto don Federico Boccacci a proposito del cammino offerto dalla diocesi alle persone LGBT e alle loro famiglie.
«In questi incontri – ha spiegato – siamo tornati all’essenziale della fede: l’amore di Dio». Secondo il vicario, sono due i frutti: «la grande libertà nei confronti degli altri, dei loro giudizi, perché a prevalere è stato lo sguardo d’amore». Uno sguardo che è come quello di Dio e permette di «comprendere il cuore dell’altro e di capire».