Vescovo di Innsbruck: “Gli omosessuali devono sentirsi a casa nella chiesa”
Intervista a monsignor Hermann Glettler, vescovo di Innsbruck, pubblicata sul sito della diocesi cattolica di Innsbruck (Austria) il 17 marzo 2021, liberamente tradotta da Antonio De Caro
Il divieto vaticano di benedizioni per i legami omosessuali “non è un rifiuto del trattamento rispettoso della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali”. È quanto ha affermato monsignor Hermann Glettler in un’intervista all’agenzia di stampa cattolica Kathpress.
“Il rifiuto delle benedizioni ufficiali per le relazioni omosessuali non è un giudizio sulle persone omosessuali, delle quali la Chiesa deve ora prendersi cura anche più di prima.” Ciò è stato sottolineato lunedì dal vescovo Hermann Glettler in un’intervista con Kathpress.
La decisione della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede è “una delusione per tutti coloro che hanno sperato in un segno più chiaro di accettazione delle coppie omosessuali”, ha ammesso il vescovo, responsabile per il matrimonio e la famiglia nella Conferenza Episcopale Austriaca. Tanto più la Chiesa deve offrire alle persone omosessuali una casa spirituale e rafforzare tutto ciò che è buono nelle loro relazioni. “C’è ancora molto da imparare a riguardo”, ammette il vescovo,
“Le relazioni omosessuali possono essere basate sulla lealtà e sulla devozione reciproca”, ha detto il vescovo di Innsbruck. A questo proposito, queste relazioni contribuirebbero alla felicità personale delle persone coinvolte e alla convivenza nella nostra società.
Sulla base di questo, Papa Francesco ha recentemente espressamente approvato che lo Stato dovrebbe creare forme giuridiche per le persone in una partnership omosessuale che forniscano un contesto affidabile per prendersi cura l’uno dell’altro e per la sicurezza reciproca, ha ricordato il vescovo. “Questo è il caso dell’Austria e della maggior parte dei paesi europei, ed è accolto con favore dalla Chiesa.”
Allo stesso tempo Papa Francesco, nella lettera post-sinodale “Amoris laetitia” del 2015, non ha visto nessuna base per “stabilire analogie tra le unioni omosessuali e il piano di Dio per il matrimonio e la famiglia, nemmeno in un senso più ampio”, ha continuato il vescovo con letterale riferimento a questo documento papale.
Per questo motivo, con il rifiuto delle celebrazioni di benedizione che è stato ora espresso, la Chiesa non vuole incoraggiare alcuna legittimazione quasi sacramentale delle unioni dello stesso sesso.
Fondamentalmente, la Chiesa dovrà decidere in modo ancora più chiaro di far risplendere il bene nella vita delle persone e di accompagnare nel loro percorso personale con Dio tutti coloro che vogliono raggiungerlo in modo disinteressato e sostenibile.
“La Chiesa non rinuncerà ai suoi princìpi, ma prenderà chiaramente le distanze da ogni giudizio discriminatorio e dall’esclusione delle persone”, ha detto il vescovo. Ciò include che “come prima, ogni singola persona può ricevere una benedizione della Chiesa indipendentemente dal proprio orientamento sessuale”.
Glettler ha concluso: “Come Chiesa, vorremmo offrire a tutti i gay, le lesbiche e le persone che non sono sicure della loro sessualità un’accoglienza e una casa spirituale -e non solo quando sono celibi”. Sarà un lungo cammino pastorale che “richiede ancora più apertura, disponibilità a conoscersi e ad avvicinarsi”.
Avvicinarsi ed apprezzarsi a vicenda. Dichiarazione completa del vescovo Hermann Glettler
Con decreto pubblicato il 15 marzo 2021, il Magistero Romano ha rifiutato la possibilità di una benedizione liturgica delle relazioni omosessuali. Questa precisazione vaticana è vista come una delusione da tutti coloro che hanno continuato a sperare in una creativa libertà pastorale su questo tema.
Tuttavia, questa decisione del Magistero non è certamente un rifiuto generale del trattamento rispettoso della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali. Anzi. Il decreto afferma letteralmente: “La comunità cristiana e gli operatori pastorali sono chiamati ad accogliere con rispetto e tatto le persone con tendenze omosessuali; sapranno come trovare i modi più adatti in armonia con l’insegnamento della Chiesa, per predicare loro il Vangelo nella sua pienezza”.
C’è ancora molto da fare a questo riguardo. Le condanne superficiali e odiose del passato hanno lasciato ferite difficili da rimarginare. È importante per la Chiesa invitare tutte le persone a un viaggio personale e una storia di salvezza con Dio, indipendentemente dalla loro origine, sesso, orientamento sessuale o visione del mondo.
La Chiesa considera le unioni dello stesso sesso come una forma di relazione che può essere basata sulla fedeltà, la devozione reciproca e l’amore. Mi sembra che contribuiscano anche alla necessaria unione nella nostra società.
Papa Francesco ha recentemente invitato tutti gli Stati a fornire protezione legale alle coppie dello stesso sesso. La cura reciproca e la protezione reciproca richiedono un quadro giuridico affidabile che li protegga dalla discriminazione. Questo è il caso dell’Austria e della maggior parte dei paesi europei, e ovviamente va accolto con favore.
La Chiesa cattolica distingue le unioni omosessuali dal “matrimonio” in senso cristiano, anche se possono esserci degli aspetti paragonabili. In questa differenziazione, la Chiesa si sente vincolata dalle affermazioni delle Sacre Scritture, che, a partire dal racconto della creazione, presentano l’amore sessuale tra uomo e donna come voluto da Dio.
La differenza e la complementarietà dei sessi qui evidenziata sono valutate come un dono di Dio. “Come uomo e donna” Dio ha creato l’uomo. Il sacramento del matrimonio si basa su questo, e vede la vita comunitaria dell’uomo e della donna, in cui dare nuova vita ai figli, segno insostituibile e salutare di unità e riconciliazione nel nostro mondo.
Poiché la Chiesa si occupa di proteggere e rafforzare il sacramento del matrimonio per l’uomo e per la donna, in futuro non istituirà una liturgia ufficiale di benedizione per le coppie dello stesso sesso. Questa è la parte essenziale della dichiarazione. L’apertura a una tale celebrazione di benedizione, come viene ripetutamente richiesta dalle persone coinvolte e da non pochi credenti, non trova, secondo il Magistero della Chiesa, alcun equivalente nelle Sacre Scritture e nella tradizione della nostra comunità di fede.
Già nella lettera post-sinodale “Amoris laetitia” del 2015 Papa Francesco non vedeva alcun fondamento per “stabilire analogie tra le unioni omosessuali e il piano di Dio per il matrimonio e la famiglia, nemmeno in un senso più ampio”. (AL 2351) Allora cosa può fare la Chiesa – specialmente nella vita concreta delle parrocchie? Fondamentalmente, dovremo prendere decisioni ancora più chiare su questioni di teologia morale per nominare il bene nella vita delle persone e per portarlo alla luce.
La Chiesa esiste per proclamare la buona notizia di Gesù e per accompagnare generosamente e in modo sostenibile tutti coloro che lo desiderano nel loro viaggio personale con Dio. La Chiesa non rinuncerà ai suoi princìpi essenziali, ma prenderà chiaramente le distanze da ogni giudizio discriminatorio e dall’esclusione delle persone.
Forse in futuro – nonostante il rifiuto di una cerimonia di benedizione quasi sacramentale per le coppie omosessuali – saremo in grado di avvicinarci ancora più chiaramente e di percorrere insieme un sentiero sapendo che Dio ci accompagna. Indipendentemente dal loro orientamento sessuale, vogliamo offrire a tutti un benvenuto e una casa spirituale nella Chiesa. Il Dio vivente ha un piano personale per ogni essere umano. Rendere questo più chiaro è sia una missione che una sfida.
Abbiamo davanti a noi un modo di apprendere che richiede ancora più apertura, disponibilità a conoscersi e ad avvicinarsi. Indipendentemente dal loro orientamento sessuale, vogliamo offrire a tutti un benvenuto e una casa spirituale nella chiesa.
Il Dio vivente ha un piano personale per ogni essere umano. Rendere questo più chiaro è sia una missione che una sfida. Abbiamo davanti a noi un modo di apprendere che richiede ancora più apertura, disponibilità a conoscersi e ad avvicinarsi.
Testo originale: Glettler: Homosexuelle haben Heimatrecht in der Kirche