Vi racconto quel lungo pomeriggio a Brescia tra i “guaritori dall’omosessualità”
Ho aspettato un paio di settimane prima di sedermi e scrivere di quel “lungo” pomeriggio con il Gruppo Lot – Regina della Pace (ndr a Brescia). Volevo filtrare col tempo un po’ le mie impressioni che all’inizio erano davvero forti.
Io ed un altro ragazzo di Brescia, ci siamo iscritti a questo corso di 19 incontri, iniziato appunto sabato 24 gennaio 2008 e che si concluderà in giugno (2009). Abbiamo partecipato solo al primo incontro, poi ci siamo defilati.
Il corso si propone di curare tutte le dipendenze, sessuali (sia omo che etero) e non solo. Mi e’ parso ben chiaro fin dall’inizio, pero’, che il tutto non era rivolto ad altre dipendenze, quali potrebbero essere il cibo, vista anche la presenza di alcuni ragazzi piuttosto rotondetti, ma il tutto era confezionato esclusivamente per ragazzi omosessuali che non vivevano serenamente questo lato della loro personalita’.
Inizialmente siamo stati accolti da alcune ragazze, che avrebbero suonato la chitarra poi. Dispensavano baci e abbracci a profusione ed io che non sono timido mi sentivo a disagio vedendo questo clima falsamente amichevole.
Hanno cercato da subito di creare un clima di gruppo, per privilegiare le dinamiche del gruppo.
Infatti tra le loro regole e’ precisato che non e’ possibile scambiarsi i numeri di telefono tra partecipanti, ne’ arrivare insieme o ripartire insieme, ne’ frequentarsi dopo il corso per un po’ di tempo…questo per non privilegiare i rapporti a due e quindi sminuire lo spirito del gruppo e perche’ il loro obiettivo principale e’ di a tutti la possibilità ottimale di guarigione.
Faccio presente che c’erano ragazzi che venivano da Mantova, da Milano, da Varese, da Bologna, da Cremona e dal territorio bresciano. Presenti per una parte del pomeriggio, forse per fare numero, anche i genitori del “guarito” e vari parenti; come moglie, cognata e cognato ed amici di famiglia.
I due sacerdoti presenti, di cui uno segretario della diocesi di Brescia, responsabile pastorale della salute, ed un frate minore, che aiuta persone che hanno problemi di dipendenze hanno ringraziato il vescovo che li ha appoggiati per la sede, anche se poi sembra che il Vescovo di Brescia abbia smentito di averli appoggiati, anche perche’ il Vescovo di Brescia da anni e’ al corrente ed appoggia l’esistenza di un gruppo di gay credenti che si ritrova ogni due settimane.
Dalle diapositive mostrate, ne emergeva che le cause dell’omosessualita’ siano tutte riconducibili al fatto che gli omosessuali hanno avuto una madre forte e presente ed un padre assente … quindi da qui l’identificazione del ragazzo con il ruolo materno, femminile … e da qui l’omosessualita’.
Luca di Tolve ha detto che a lui il padre non ha mai mostrato come si giocava a calcio…e per questo lui…era gay !!! Come se tutti i figli di ragazze madri dovessero essere gay!
Le preghiere fatte dagli organizzatori, Luca di Tolve, moglie, ecc… erano teatrali, spesso a voce alta, fatte con braccia al cielo … una ragazza ad un cento punto si e’ lasciata cadere come in uno stato di trance…
La cosa che mi ha colpito maggiormente, pero’, sono stati sicuramente i ragazzi iscritti a questo corso, una decina i maschi ed un paio le ragazze. Avrei tanto voluto parlare con loro, cercare di dar loro un po’ di serenità, visto che all’arcigay di Brescia ho accolto vari ragazzi negli anni e li ho spronati a cercare una certa serenità in questo mondo, ma ero in veste di infiltrato e non potevo.
Uno di loro, visibilmente gonfio di psicofarmaci con lo sguardo fisso e’ stato spinto dalla sua psicologa ad iscriversi a questo corso “per cambiare”.
C’erano anche due ragazzi che si sono definiti semi-guariti, cioe’ che quasi non hanno piu’ pulsioni omo. Il ragazzo che veniva da Bologna era timido e a disagio, avrei voluto dirgli di passare al Cassero (arcigay di Bologna) dove c’e’ gente preparata, che potrebbe aiutarlo ad accettarsi, e potrebbe conoscere anche degli amici. A Bologna ci sono gruppi gay che condividono passioni di ogni tipo, come moto, montagna, ecc…
Molti di loro parlavano di delusioni ricevute dal mondo gay. Ma le delusione semmai le hanno ricevute da persone gay, perché il mondo gay e’ fatto di persone, esattamente come il mondo etero, che credo possa deludere ugualmente.
Penso che la solitudine abbia spinto gran parte dei partecipanti al corso ad iscriversi. Dagli occhi di quasi tutti traspariva una tristezza di fondo e una sofferenza incredibile.