Viaggio “nella notte fonda” della Chiesa cattolica polacca
Articolo di Donald Snyder* pubblicato sul sito del quindicinale cattolico National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 15 gennaio 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
È una predizione fosca, quella che riguarda la Chiesa Cattolica in Polonia: “Io dico che è notte fonda per la Chiesa. È un periodo difficile, di crisi” dice Zbigniew Nosowski, noto intellettuale polacco.
Il sociologo e giornalista Nosowski è caporedattore del periodico accademico Wiez (Il legame). Durante un’intervista telefonica ci racconta che molto diffusa [in Polonia] è l’insoddisfazione verso la gerarchia della Chiesa, a causa della sua stretta alleanza con Diritto e Giustizia, l’autoritario partito di destra al governo, e con il suo leader Jarosław Kaczyński.
La Chiesa ha avuto un ruolo cruciale nella transizione dal comunismo alla democrazia, afferma Dariusz Stola, docente di storia all’Istituto di Studi Politici dell’Accademia Polacca delle Scienze; il risultato è che essa è profondamente immersa nel gioco politico della nazione: “Negli ultimi vent’anni abbiamo visto allearsi la Chiesa e la destra populista, e questo ha allontanato i polacchi, dentro e fuori la Chiesa, che ora sta pagando tale discutibile alleanza”.
Secondo Nosowski, i polacchi tra i quaranta e i sessant’anni non stanno perdendo la fede, ma sentono comunque in forte crisi la loro identità legata alla Chiesa come istituzione, la quale sta perdendo anche il sostegno dei giovani, che sono sempre più secolarizzati: “La Chiesa è un’istituzione molto conservatrice e antiquata, molto coinvolta in politica, che cerca di imporre il suo modo di vedere a tutta la popolazione e a mettere gli uni, i buoni, contro gli altri, i cattivi” afferma Agnieszka, studentessa ventisettenne.
Agnieszka, che ha chiesto di non riportare il suo cognome per timore di rappresaglie, è un esempio del modo di pensare delle molte giovani donne polacche che hanno protestato lo scorso novembre contro la proposta del governo, spalleggiato dalla Chiesa, di restringere la possibilità di abortire.
Anche la comunità LGBTQ è bersaglio degli attacchi della Chiesa. Paulina Górska, assistente di psicologia all’Università di Varsavia, riferisce che lo scorso mese l’arcivescovo di Cracovia Marek Jędraszewski ha messo in guardia contro la “peste arcobaleno” che starebbe rapidamente invadendo l’Europa come un virus.
“Le femministe, i gay, le lesbiche e […] le persone trans sono diventati il nemico pubblico numero uno, il principale spauracchio agitato dai regimi autocratici e totalitari in tutto il mondo” afferma Maciej Czajkowski, produttore televisivo di Varsavia che ha lavorato anche per la BBC di Londra.
Secondo Czajkowski, che è omosessuale, l’estrema destra considera le persone come lui dei malati che minacciano i valori tradizionali polacchi: “Ci dicono di tornarcene a casa, ma dov’è casa mia? Pensavo fosse qui in Polonia”.
Gli abusi sessuali da parte dei sacerdoti sono un’altra delle cause per cui i polacchi si stanno allontanando dalla Chiesa, come illustra il documentario “Non dirlo a nessuno”. Il film racconta la storia di una donna adulta che rintraccia un prete anziano, il quale cominciò ad abusare di lei quando aveva sette anni. La donna fa una semplice domanda: Perché? Il documentario conta più di 24 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Secondo un sondaggio di IBRiS, uno dei maggiori istituti di ricerca polacchi, il livello di fiducia verso la Chiesa tra i cattolici è sceso dal 58% del settembre 2016 al 40% dello scorso novembre [2020], mentre il livello di sfiducia è passato dal 24% al 42%.
A peggiorare le cose è stato il rapporto del Vaticano, pubblicato lo scorso 10 novembre, secondo cui Giovanni Paolo II avrebbe nominato, nel 2000, l’ex cardinale Theodore McCarrick arcivescovo di Washington pur essendo al corrente delle sue molestie a sfondo sessuale verso alcuni seminaristi.
Il rapporto di 449 pagine, che getta pesanti ombre sul papato e sulla santità di Giovanni Paolo II, ha prodotto grandissima impressione in questo Paese cattolico così fiero del suo Papa polacco, le cui visite alle città e ai paesi della sua terra natale attiravano grandi folle.
Secondo Stanisław Obirek, docente di studi americani all’Università di Varsavia, il rapporto McCarrick sta spaccando la Chiesa polacca: i vescovi e i giornalisti di estrema destra considerano il documento un attacco “all’eterna santità del Papa”.
Obirek, che dopo essere stato per nove anni gesuita ha abbandonato nel 2005 il sacerdozio, si schiera con i liberali che affermano la necessità di farla finita con il culto della personalità del Papa polacco praticato dal clero: “[Il rapporto McCarrick] è estremamente ben documentato e racconta gli insabbiamenti dei casi di pedofilia nella Chiesa attivamente propugnati da Giovanni Paolo II a partire dal 1985”.
Secondo Obirek il cardinale Stanisław Dziwisz, segretario di Wojtyła, è stato il principale architetto dell’alleanza tra la Chiesa e il partito Diritto e Giustizia al potere in Polonia; Dziwisz avrebbe tendenze autoritarie che ben si sposerebbero al governo in carica, e che hanno un ruolo chiave nel minare la democrazia.
In una dichiarazione congiunta dei vescovi polacchi l’arcivescovo [di Poznań] Stanisław Gądecki ha difeso il papato di Karol Wojtyła, lodandone la determinazione nell’accelerare il collasso del comunismo e nel preservare la fede e i valori della nazione.
La scorsa settimana circa 1.500 docenti universitari hanno firmato una dichiarazione secondo cui, se anche Giovanni Paolo II ha agito male nell’ignorare gli abusi sessuali, questo non lo rende colpevole.
Padre John Pawlikowski, ex docente di etica sociale alla Catholic Theological Union di Chicago, ha denunciato la sottovalutazione del ruolo di Karol Wojtyła nel caso McCarrick: “Questo è stato un grandissimo errore di Giovanni Paolo II, che ha avuto un forte impatto sulla credibilità della Chiesa e ha sollevato molti dubbi su tutto l’operato del Vaticano”.
* Donald Snyder è uno scrittore freelance che per ventisette anni, fino al 2003, ha lavorato come produttore per la NBC.
Testo originale: A ‘time of crisis’ for Poland’s Catholic Church