Vincent Nichols, arcivescovo cattolico di Westminster, s’interroga sull’accoglienza delle nuove forme di famiglia
Articolo di Francis DeBernardo* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 25 gennaio 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Degna di nota l’omelia del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster (Londra), alla Messa nella parrocchia che ospita il gruppo LGBTQ+ sponsorizzato dall’arcidiocesi: il cardinale ha parlato di una nuova definizione di “casa” e “famiglia” che vada oltre i nuclei eterosessuali. Monsignor Nichols ha celebrato la Messa in occasione della festività del Battesimo del Signore (13 gennaio) alla parrocchia gesuita di Farm Street, nel quartiere londinese di Mayfair, la chiesa dove le persone LGBTQ+ cattoliche si incontrano regolarmente per attività religiose e non.
Ecco un riassunto del messaggio dell’arcivescovo (già pubblicato integralmente su Gionata.org): “Nella sua omelia il cardinale Vincent Nichols ha parlato dell’identità radicale che ogni cristiano acquisisce con il suo battesimo, e che trascende ogni altra identità. La comunità ecclesiale, formata nell’unità battesimale, ha le sue radici nell’amore e può essere vissuta nell’impegno profondo dell’amicizia, del matrimonio e della vita famigliare.
“La stessa cosa afferma la sua recente lettera pastorale alla diocesi di Westminster: ‘Essere ‘a casa’, nel suo senso letterale, significa essere nella cerchia in cui siamo nati e unire le generazioni di cui facciamo parte, ma ‘a casa’ significa anche celebrare l’amore e l’amicizia che ci fanno vivere, compresi la riaffermazione delle importanti scelte di vita che abbiamo compiuto, il dovere della fedeltà e anche la sua grazia […] un momento in cui ringraziare Dio per la famiglia, le famiglie di cui facciamo parte, i legami di carne e sangue, i legami d’amicizia, i legami creati da impegni liberamente presi, incluse le promesse della vita religiosa. Perciò, la parola ‘famiglia’ è in grado di contenere molte sfaccettature e dimensioni della vita, alcune delle quali conoscono l’esperienza della tristezza e del fallimento’. (30 dicembre 2018)”
Dopo la celebrazione eucaristica, il cardinale ha continuato il suo messaggio di inclusione: “Dopo la Messa il cardinale ha affermato che il gruppo di Westminster è un segno importante di accoglienza e inclusione all’interno della diocesi, non solo a livello di individui accolti, ma come comunità identificabile per cui la Chiesa è casa”.
Le definizioni nuove date da monsignor Nichols delle parole “a casa” e “famiglia” sono importanti non solo perché mirano a sostenere le persone LGBTQ, ma anche perché con esse viene riconosciuto che le definizioni che si basano esclusivamente sulle norme eterosessuali non riflettono più la realtà in cui tutti vivono. I genitori single o divorziati, le famiglie ricomposte e quelle multigenerazionali: tutto questo, e altro ancora, sta diventando sempre più velocemente la norma in molte parti del mondo. Invece di lottare per conservare un modello non adatto a tutti, Nichols intende abbracciare la realtà e riconoscere che in queste nuove forme [di famiglia] si possono coltivare l’amore e il sostegno reciproco, con ottimi frutti.
I cattolici che si oppongono alle persone LGBTQ criticheranno il cardinale, ma è importante ricordare come monsignor Nichols, pur proponendo un nuovo concetto di famiglia, sostiene con decisione la posizione cattolica secondo la quale il matrimonio è riservato solo alle coppie eterosessuali aperte alla procreazione. Nel suo discorso all’Incontro Mondiale delle Famiglie di Dublino ha detto che “chi vive l’attrazione per le persone dello stesso sesso” deve essere accolto dalla Chiesa, e al tempo stesso ha riaffermato la dottrina secondo cui il matrimonio riguarda esclusivamente le coppie eterosessuali.
La mente di Nichols evidentemente ha una mentalità “et-et”, che gli permette di accogliere calorosamente le persone LGBT e di approvare i loro modelli famigliari, e al tempo stesso sostenere la dottrina tradizionale. Forse questo può apparire un compromesso, ma Nichols rimane comunque molto più avanti di molti prelati per quanto riguarda le tematiche LGBT, non tanto avanti quanto piacerebbe a me, ma il suo approccio è comunque un passo avanti. Nichols fa parte di quel piccolo ma crescente numero di vescovi che negli ultimi anni stanno rilasciando sempre più dichiarazioni positive sulle coppie omosessuali.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: Cardinal Offers New Definitions of ‘Home’ and ‘Family’ to LGBT+ Catholics