Annotazioni di Lavinia Capogna
Era il 25 gennaio 1882 quando a Londra nacque Virginia Stephen che una trentina di anni dopo il mondo avrebbe iniziato a conoscere con il nome di Virginia Woolf. Virginia era figlia di Julia Jackson, considerata una delle donne più belle d’Inghilterra e Leslie Stephen, eminente studioso e temperamento nevrotico, che alimentò in Virginia l’amore per i libri.
Entrambi i genitori erano vedovi e con figli più grandi. Dal matrimonio tra Julia e Leslie nacquero in pochi anni Thoby, un bel ragazzo che sarebbe morto a circa vent’anni, molto amato da Virginia e dalla sorella Vanessa,e il più misconosciuto Adrian, psichiatra.
Sia
Virginia che Vanessa erano belle e avevano grande talento artistico, erano anticonformiste e di sinistra. Virginia subì alcuni traumi e una tragedia: da bambina abusi sessuali da parte di due fratellastri e a 13 anni la morte della madre, amata e ammirata. Per tutta la vita Virginia si considerò minore in confronto alla madre che ritrasse in Mrs. Ramsey, nel romanzo capolavoro “Gita al faro”.
All’inizio del Novecento le due sorelle Stephen e il fratello Adrian andarono ad abitare nel quartiere londinese di Bloomsbury insieme ad alcuni amici tra cui un intellettuale ebreo Leonard Woolf. La loro casa divenne un punto di riferimento di artisti e ribelli, tra cui l’economista John Maynard Keynes, che socialista avrebbe salvato gli Stati Uniti dalla grande crisi del 29, e il suo compagno, il bel Duncan Grant, pittore.
A Bloomsbury questi giovani inglesi parlavano di arte, di Freud e di letteratura. Vanessa era una brava pittrice e Virginia scriveva. Leonard Woolf follemente innamorato di Virginia partì per l’India ma cinque anni dopo tornò e chiese la sua mano.
Per un anno si frequentarono assiduamente e Virginia si innamorò di Leonard ma senza provare alcuna attrazione fisica per lui. Glielo scrisse sinceramente in una lettera prima di sposarsi ma l’amore di Leonard per Virginia era immenso e l’intesa spirituale ed emotiva così intensa da far rinunciare a lui, che era etero, ai rapporti coniugali.
Nel 1912 Virginia e Leonard si sposarono e lei si firmò sempre Virginia Woolf.Maestra volontaria in una scuola per operaie Virginia si interessò sempre ai diritti delle donne. A 33 anni pubblicò il suo primo romanzo “La crociera” ma poco dopo ebbe un forte crollo nervoso.
Non era la prima volta ma in un’epoca ancora agli esordi della psicoanalisi, che incontrò grandi critiche, e di mancanza di diagnosi e cure per i disturbi psichici, Leonard si prodigò nell’assistere la giovane moglie.
Purtroppo gli abusi dei fratellastri e alcune tragedie familiari avevano lasciato violenti traumi in Virginia. Traumi deriva da una parola greca che vuol dire ferita. Ma l’amore per tre persone e la scrittura diedero a Virginia la forza di riprendersi.
Oltre a Leonard e a Vanessa la terza persona entrò nella sua vita negli anni Venti ed era la scrittrice Vita Sackville West. Si sono scritti fiumi di inchiostro sull’amore tra queste due donne. Molto probabilmente Vita fu l’unica donna insieme a cui Virginia fece l’amore.
Vita era un’aristocratica, aveva dieci anni meno di Virginia. Quando si conobbero Vita aveva 30 anni e Virginia 40. Vita era bisessuale e moglie di un noto diplomatico, Harold Nicolson, anch’egli bisessuale, e avevano due figli.
Aveva avuto alcune storie lesbiche, scriveva libri di successo,era consapevole di non essere una grande scrittrice come Virginia. Amava i giardini, i castelli, i cani e i viaggi in Medio Oriente.
Erano due temperamenti diversi ma nacque un’amicizia e un amore che venne discretamente incoraggiato da Leonard perché faceva bene a Virginia. Fu negli anni Venti che Virginia scrisse in pochi anni i suoi capolavori e attraversò un decennio più sereno. Scriveva tutti i giorni e trovò ciò che aveva cercato:il suo modo di scrivere.
I primi romanzi avevano una struttura classica ma con “La camera di Jacob” e “La signora Dalloway” nel 25 Virginia ruppe ogni tradizione: i sentimenti, gli stati d’animo, le emozioni hanno il sopravvento sui fatti.
E’ un giorno di giugno e Clarissa Dalloway rivive il suo passato: il rapporto quasi sentimentale con un’amica di gioventù, Sally,e l’ammiratore Peter nella vitale Londra, raccontata in modo stupefacente, in cui si incrocia con un reduce di guerra, Septimus, drammaticamente vulnerabile.
Nello stesso anno scrive “Una stanza tutta per sè”, un breve saggio che incoraggia l’emancipazione femminile. Nel 27 l’evanescente “Gita al faro”rievoca le estati dell’infanzia in un’isola della Cornovaglia e gli amati genitori. Vanessa,la sorella,pittrice il cui talento non è ancora stato riconosciuto, si commosse.
Del 27 è “Le onde” in cui Virginia scrive solo i pensieri di sei personaggi. Dell’anno seguente “Orlando” una surreale biografia della Vita di un ragazzo del 1500 che non muore mai e che dopo un lungo sonno si risveglia donna in Persia. Il romanzo è stato definito la più lunga lettera d’amore mai scritta. Scintillante, scanzonato anche se leggermente malinconico il romanzo abolisce la morte, il tempo e i generi. La fantasia di Virginia è immensa.
Vita pianse: poche persone hanno avuto simili doni. Al lavoro di scrittrice Virginia alternava con Leonard quello per una casa editrice, la Hogarth Press, fondata da loro, che pubblicò Freud, “Terra desolata” del poeta Eliot, Katherine Mansfield.
Intanto lo stile di Virginia fu definito:flusso di coscienza. I romanzi di Virginia ebbero successo e i Woolf che avevano avuto difficoltà economiche acquistarono un grammofono e una macchina. Gli anni Trenta si presentarono difficili:il fascismo era diventato una dittatura e altrettanto accadeva con il nazismo in Germania. Virginia scrisse un saggio antinazista “Le tre ghinee” e lettere e diari.
Scrisse un piccolo capolavoro “Flush” su la vita vista dal cocker spaniel di una grande poetessa inglese dell’Ottocento, Elisabeth Barrett Browning. Il libro è un inno alla libertà.
In un racconto “Momenti di essere” Virginia sfiorò il tema di un innamoramento di una studentessa di musica per la sua insegnante di pianoforte che si conclude con un tenero e forse unico bacio.
Nel 1939 lo scoppio della Seconda guerra mondiale e la tentata invasione tedesca dell’Inghilterra,che sarebbe fallita, tra il 40 e il 41 la gettarono nel più grande sconforto.Londra, la sua città, veniva bombardata ogni notte ed era quasi distrutta, migliaia i morti e i feriti. I viveri erano pochi e razionati. Virginia e Leonard abitavano in una casa di campagna,a Rodmell, nel Sussex,non lontano da Londra. Virginia scriveva un romanzo “Tra un atto e l’altro” in cui una piccola compagnia teatrale tenta di allestire uno spettacolo,diretta da una regista lesbica.Ma nel marzo del 1941 il suo stato psicologico peggiorò. Il 28 marzo Virginia si annegò nel fiume Ouse.
Aveva lasciato due lettere a Leonard e una alla sorella Vanessa. Lettere meravigliose e commoventi in cui spiegava il suo tracollo psichico e parlava del suo amore per loro. Amore che aveva dimostrato nella sua vita tante volte. Aveva 59 anni. Non so se
Virginia Woolf fosse credente oppure no ma lasciare al mondo la bellezza di un’opera artistica, nata da grande passione e tenacia,è un atto di amore verso i contemporanei e i posteri.
La donna che nei suoi Diari dubitava di essere una scrittrice rivoluzionò la struttura del romanzo, che più astratto e interiore, captò il Novecento mentre i suoi giorni scorrevano.
Bibliografia
1913 The voyage out – La crociera
1919 Kew gardens
1920 Night and Day – Giorno e notte
1922 Jacob’s room – La stanza di Jacob
1924 Mr. Bennett e Mrs. Brown (saggio)
1925 The common reader – Il lettore comune (saggio)
1925 Mrs Dalloway – La signora Dalloway
1927 To the lighthouse – Gita al faro (tradotto anche come Al faro)
1928 Orlando
1929 A room of one’s own – Una stanza tutta per sé (saggio)
1931 The waves – Le onde
1932 Lettore comune (seconda edizione) (saggio)
1933 Flush – Flush, vita di un cane
1937 The Years – Gli anni
1938 Three guineas – Le tre ghinee (saggio)
1941 Between the acts – Tra un atto e l’altro (pubblicato postumo)
1953 A writer’s diary – Diario di una scrittrice (pubblicato postumo)