Vite LGBT+. Sino al 1980 in Francia essere una coppia gay visibile era impensabile!
Articolo di Bertrand SLEZAK pubblicato sul sito pubblicato sul sito de La Nouvelle Republique (Francia) il 3 agosto 2022, liberamente tradotto da Emanuele
Giovedì 4 agosto 2022 ricorrevano i 40 anni dalla depenalizzazione dell’omosessualità in Francia. Nonostante il peso di una società omofobica, il presidente di SOS Homophobie (della regione) dell’Indre, Michel Navion, 74 anni, è riuscito a vivere la sua omosessualità quasi senza ostacoli.
Nel maggio del ’68, Michel Navion aveva 20 anni. A Parigi, le manifestazioni studentesche si trasformano in scontri, si erigono barricate: gli «eventi» provocheranno sette morti. Tuttavia, il giovane Michel era «piuttosto lontano da tutto questo. Vivevo a Le Vézinet, nell’elegante periferia occidentale di Parigi». L’omosessualità non era un tema di cui si potesse parlare. «Non esisteva nemmeno. Tranne che per alcune star della canzone, e anche in quel caso era accuratamente nascosta».
Michel sente che i ragazzi non lo lasciano indifferente. «Uscivo con le ragazze per essere come i miei amici». Più tardi, «intorno ai 25 anni», qualcosa è scattato. «Un uomo ci ha provato con me in un locale notturno. Forse ero un po’ ubriaco, ma è successo». Da quel momento in poi, Michel Navion ha assunto la sua sessualità «a poco a poco», nonostante la legge. «Ho avuto amanti di età inferiore ai 21 anni, rischiavo di essere multato».
Incursioni di poliziotti
I suoi amici «l’hanno accettato rapidamente». Anche i suoi genitori. Lontano dai luoghi comuni, il futuro avvocato vive un’omosessualità felice, senza complessi («non è mai stata una sofferenza»). Ma al riparo dagli sguardi. La società riduce l’omosessualità ai rapporti fisici. «Prima degli anni ’80, vivere in coppia era impensabile».
Tutto avviene nei giardini pubblici. «Ho avuto la fortuna di guadagnare bene fin da subito: potevo permettermi di pagare un albergo». E così ho evitato i rischi delle aree di cruising, con «le incursioni di poliziotti ben felici di arrestare froci o delinquenti, che venivano a picchiarci o a derubarci». Ma la paura comunque esisteva. «Un giorno, uscendo da un locale, ho incrociato due tipi che mi guardavano in modo strano. Ho afferrato una barra di ferro in un cantiere, nel caso in cui…».
Mitterrand e «Le Gai pied»
Quegli anni erano anche gli anni dell’Aids. Michel Navion vi è passato nel mezzo. «Avrei potuto morire», pensa. «Ho avuto con una certa regolarità rapporti sessuali non protetti con amici che sono morti di AIDS».
Dal 27 luglio al 4 agosto 1980, l’Assemblea nazionale vota una serie di testi che depenalizzano l’omosessualità. «È stata soprattutto l’elezione di Mitterrand a cambiare le cose», afferma. Dal 1979 in poi, la rivista “Le Gai pied” ha dato voce anche ad autori, sociologi, filosofi, ecc. Ha dato un’immagine rispettabile dell’omosessualità. Eravamo in grado di pensare e realizzare qualcosa di diverso dal fare sesso di nascosto».
Oggi Michel Navion vive con il suo compagno a Martizay, dove si è stabilito nel 1995. «Siamo una vecchia coppia di trent’anni!», dice ridendo. Una coppia di uomini in campagna può provocare qualche pettegolezzo. «Ma non ci hanno mai dato fastidio direttamente». L’unica discriminazione che ha subito è quella dei clienti del suo studio: «Alcuni li ho persi in modo assai brusco. Persone ricche e piuttosto cattoliche».
A 74 anni sta per sposarsi
Michel Navion annuncia che sta per sposarsi. «Appartengo alla generazione per la quale questa è una cosa da “vecchi stupidi”. Ma il mio compagno è più giovane, le mie motivazioni sono connesse all’eredità».
Nel frattempo, continua il suo impegno con SOS Homophobie. Non per vendetta, dato che non avrebbe motivo. «Ma perché il concetto di anormalità dell’omosessualità è ancora molto radicato».
Testo originale : Dépénalisation de l’homosexualité : “Avant 1980, vivre en couple était inenvisageable“