“Prima di tutto voglio dirvi che sono gay”. Un omosessuale cattolico parla della sua fede
Articolo di Kaitlin Brown* pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 2 settembre 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Molte persone LGBT cattoliche hanno alle spalle anni di lotta con la loro fede e con la sensazione di essere non gradite ed escluse dalla loro Chiesa, ma forse nessuno aveva ancora creato uno spettacolo comico basato sulle loro esperienze: lo ha fatto Joe Jennison, direttore di un centro di quartiere a Mount Vernon, nello Iowa, il quale ha scritto il monologo Confessions of a Gay Catholic (Confessioni di un gay cattolico).
Intervistato da Iowa Public Radio, Jennison ha detto di avere avuto molte difficoltà con il cattolicesimo, che a un certo punto lo hanno indotto ad abbandonare la fede, fino a che un amico non lo ha convinto a confessarsi per la prima volta dopo più di trent’anni. Non si è fatto scrupolo di dire al sacerdote cosa pensava della Chiesa: “Sono entrato nel confessionale per cantargliele chiare. Prima di cominciare gli ho detto: ‘Voglio dirle prima di tutto che sono gay e che ho vissuto con un uomo per quindici anni; è stata una relazione felice e piena di amore, non me ne pento e non la considero peccaminosa. Ad essere sincero, credo che la mia sessualità sia innata e immodificabile, è una parte importante di me e, per parlare a cuore aperto, padre, non sono cazzi suoi’”.
Il sacerdote è stato comprensivo, gli ha dato il bentornato e ha detto che il suo orientamento sessuale non è una ragione per essere escluso dalla parrocchia. Per Jennison, tuttavia, la fede continua ad essere un cammino difficile: “Mentiremmo se dicessimo che non lottiamo mai con la nostra fede. Credere non è una cosa perfetta e nella mia testa non esiste nulla che assomigli alla fede cieca. Lotto continuamente con i miei demoni, ma nella Chiesa Cattolica sento di essere amato e rispettato dall’unica persona che conta”.
La sua educazione cattolica è una delle ragioni principali per cui ha scelto di rimanere nella Chiesa. Jennison continua a considerarsi cattolico nonostante i molti ostacoli che la Chiesa gli ha posto innanzi, perché essa fa parte della sua storia e della sua identità: “Questa è la Chiesa in cui sono stato battezzato. È la Chiesa in cui sono cresciuto. L’acqua santa, il sapore della Santa Comunione sono importanti per me, come sono importanti i sacramenti che ho imparato da bambino. Devo rimanere qui, e loro dovranno imparare ad amarmi, perché non ho nessuna intenzione di andarmene!”.
Jennison vorrebbe che la sua fede e lo show basato sulla sua vita fossero una guida per chi ha avuto esperienze simili. Essere in grado di comunicare con chi si trova in una situazione paragonabile alla propria fa bene sia a lui che a chi lo ascolta: “È una cosa meravigliosa essere lì [sul palco] e condividere con la gente la verità sul mio cuore. Dopo lo spettacolo c’è sempre qualcuno che mi aspetta per parlarmi e raccontarmi la sua storia, i suoi problemi con la Chiesa. Apprezzano molto il fatto che qualcuno racconti questa storia e permetta loro di condividere la propria. È una bellissima esperienza per me”.
Qualche volta Jennison racconta cosa gli ha detto una volta un sacerdote durante il sacramento della riconciliazione, parlando dal punto di vista di Gesù: “Sei buono al 100%. Tu appartieni a me. Ti ho creato e so tutto di te. Conosco ogni capello sul tuo capo. Amo ogni centimetro di te e ti amerò sempre esattamente così, come sei”.
In un mondo in cui l’esperienza delle persone LGBT cattoliche è spesso intrisa di disperazione e isolamento, il monologo di Jennison porta una ventata di leggerezza e di fedeltà. Il suo show e la sua testimonianza sono un buon ministero per chi si è trovato in una situazione simile alla sua, e al tempo stesso è un divertimento anche per le persone etero e di altre fedi.
* Kaitlin Brown nel 2016 si è laureata in studi globali e scienze politiche alla University of Minnesota Twin Cities. Dopo un anno passato a Baltimora con i Volontari della Misericordia, ora vive a Washington DC, dove lavora nell’ambito politico.
Testo originale: ‘Confessions of a Gay Catholic’ Offers a Comic View of a Faith Journey