Voglio l’amore e non il sacrificio (Osèa 6,1-6)
Riflessioni bibliche di Giacomo Tessaro*
Capita di chiedersi: cosa ho fatto di male per meritare questo o quello? Capita di maledire Dio quando qualcosa va storto, anche se forse è qualcosa che non andrebbe fatto, e ne siamo coscienti. Siamo sicuri di non esserci allontanati dal Signore, siamo sicuri di conoscerlo almeno un po’? Forse quando non abbiamo seguito la sua volontà ci siamo sentiti straziati, percossi, colpiti, uccisi. Ma, questo è sicuro, basta molto poco per tornare a lui, per riannodare un’amicizia sempre disponibile e benigna, per essere guariti, fasciati, rialzati, vivi. Dopo i giorni più grigi, in cui ci siamo sentiti abbandonati e disseccati, la pioggia della Parola è pronta a fecondare il nostro terreno, l’aurora dell’amore di Dio sorgerà a inondare di luce le nostre prospettive e aspettative più buie. È vero, il dono dei profeti è stato spesso e volentieri il duro giudizio di Dio, una parola talmente tagliente che sembra spietata e indifferente alle nostre ansie e alle nostre angosce; ma sotto la superficie delle sciagure di Israele e della rovina di Gerusalemme pulsano la luce e l’amore, che non solo sono il segno distintivo di Dio ma che devono diventare anche il contrassegno di chi la parola profetica l’ha ascoltata, accolta e fatta propria, come si accolgono le piogge di primavera e l’aurora: con nient’altro se non amore e gratitudine.
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Libro del profeta Osèa 6,1-6
«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia d’autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.
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* Giacomo Tessaro, nato nel 1980, ha cominciato a frequentare la Chiesa Valdese e Metodista nel 2008, dopo molti anni di adesione all’ateismo materialista e dopo una conversione alla fede in Dio maturata nelle sue letture di carattere religioso e filosofico. Sin dagli inizi della sua frequentazione protestante è stato incaricato della predicazione nella sua piccola comunità metodista di Vintebbio, in provincia di Vercelli, per la quale svolge anche compiti di cura pastorale. Ha la passione della scrittura e della traduzione e svolge l’attività di traduttore per il mensile Évangile et Liberté dal 2010, oltre che per il Progetto Gionata – Fede e omosessualità.