Voi dunque pregate così (Mt. 6,7-15)
Riflessione di don Andrea Bigalli*
Se pregare è liberare le potenzialità umane ad un livello assai significativo, chi ti insegna a farlo ti fa un dono d’importanza radicale. La preghiera autentica non è l’uso di formule chiuse in sé stesse o il ripetersi di un tempo che ruoti su di sé senza aprirsi alla comprensione ed alla comunicazione. È trascendersi dal proprio contesto per comprenderlo meglio e poterlo abitare in pienezza ed efficacia: è immergersi fino in fondo nella propria umanità quando la si protende verso l’ulteriore, in un battesimo nel proprio essere, come nell’etimologia della parola greca neotestamentaria, che indica proprio questo essere immersi fino quasi al morire annegati per riemergere alla vita divinizzata. Il “Padre nostro” è una preghiera che riassume il Vangelo, che sottolinea un dono di vita e di confidenza che pone le basi per abitare la Terra con uno spirito di serenità, senza farsi dominare dalla paura, perché la nostra esistenza è nelle mani del Dio Padre e Madre che ha cura di noi e sempre ci consola con la consapevolezza che il Regno sta per giungere. Se ciò non soltanto accadrà, ma sta accadendo, il compiersi della volontà divina è il tempo totale ed assoluto della bellezza. A noi il compito di anticipare questa esplosione finale di vita e di gioia in quel perdono accordato agli altri, come anticipazione e condizione di quello che verrà accordato a noi. E il perdono è atto di fiducia in una umanità adesso magari negata ed annientata, ma che noi sappiamo poter essere richiamata all’esistenza ed alla verità.
Si confida sull’umano che sarà prima ancora di arrendersi alla cattiveria di quello che appare evidente adesso, in noi stessi innanzitutto, e negli altri. Il ben\pensare di oggi che genera giudizio ed emarginazione sarà annientato dalla verità su ogni essere umano che è nello Spirito; e nel perdono che ha ridato vita a ciò che era perduto sarà limpida e bellissima la luce dell’amore divino.
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Vangelo di Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
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* Andrea Bigalli, prete diocesano dal 1990, parroco di Sant’Andrea in Percussina, a San Casciano val di Pesa (Firenze) dal 1999. Giornalista pubblicista, critico cinematografico, referente regionale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie per la Toscana. Accolto dalle amiche e gli amici di Kairos già da diversi anni, presta anche da loro il suo servizio di ministro e le\li ringrazia molto per tutto quanto di bello e di importante gli hanno insegnato nel frattempo.