Vorrei conoscere delle persone gay con il Vangelo nel cuore
Email inviataci da Massimiliano, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Vorrei sbloccarmi: il dolore emotivo alimenta somatizzazioni laceranti. Per giunta sono completamente solo. Vorrei solo conoscere delle persone gay con il Vangelo nel cuore. Grazie
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La risposta…
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Caro Massimiliano, grazie di averci contattato e di aver condiviso con noi il tuo momento di difficoltà. Comprendo molto bene il tuo stato d’animo e soprattutto la sofferenza in cui ti trovi sperimentando un grande senso di solitudine. Già un piccolo passo lo hai fatto cercando un contatto e aprendo il tuo cuore su ciò che stai vivendo.
Sicuramente un dolore tenuto a lungo chiuso in sé deve trovare necessariamente la via per uscire ed essere portato alla luce altrimenti genera, come tu dici, delle dolorose somatizzazioni.
Parlare di ciò che vivi e di ciò che stai attraversando diventa quindi un modo per non abbandonarsi alla sofferenza ma darle la possibilità di essere comunicata ed ascoltata.
Non racconti molto di te cosicché non è agevole darti una risposta mirata a ciò che vivi ma sicuramente mi arriva lo stato di solitudine che rende molto più delicato il tuo vissuto. Ti invito a non chiuderti ma a cercare un luogo dove potervi vivere, dove poter narrare te stesso e condividere la tua esperienza di vita arricchendoti di quella di tanti altri come te che hanno passato e o stanno passando la tua stessa situazione.
Quindi in relazione al tuo luogo di appartenenza potresti metterti in contatto con un gruppo di credenti omosessuali e compiere con loro un pezzetto del tuo percorso. La strada in più persone e con l’ausilio della condivisione diventa più immaginabile, possibile e vivibile e a volte aiuta a ridimensionare anche il proprio stato di difficoltà e disagio.
Non sei solo, come te ci sono altre persone che mettono in discussione se stesse, che hanno, come tu dici, il vangelo nel cuore e riescono a condividerlo con altri in una ricerca che non sia più in solitaria ma un viaggio condiviso. Tutto questo probabilmente ti potrà aiutare ad evitare le somatizzazioni di cui parli perché aprirsi è comunque permettere al dolore di uscire e di essere, piano piano, sanato.
Credo ti possa essere veramente utile un’esperienza di condivisione e se non fosse possibile unirti materialmente ad un gruppo ti invito a continuare a parlare di te attraverso i mezzi che hai a disposizione quale, ad esempio, il forum di Gionata cui ti sei indirizzato. Potrai trovare ascolto e riconoscerti nel percorso di persone come te alla ricerca di equilibrio, serenità e luoghi e spazi di narrazione comune.
Ti lascio con un abbraccio e ricorda che la strada condivisa e percorsa insieme, con la fatica e il disagio che comporta, pesa meno e genera frutti di serenità e armonia con se stessi e con gli altri.
Alessandra
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* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche.