Selim Bakev dove sei? Come si uccide un gay ceceno
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Riflessioni di Yiannis John pubblicate sul blog Gay Culture Land (Gran Bretagna) il 18 gennaio 2018, libera traduzione di Armando e Innocenzo
Molte delle storie che scrivo sono nate dall’amore, alcune sono nate dalla tristezza ed alcune sono nate dalla mia curiosità. La storia di oggi è nata dalla rabbia.
“Mio figlio è scomparso da circa due mesi. Sporsi denunzia alla polizia… e loro che mi dissero che lo avrebbero cercato. Sto contando sull’Onnipotente e, dopo di Lui, su di lei. Io non ho nessun altro a cui appellarmi se non a lui… Io la imploro mi aiuti, Ramzan.”
Questa straziante supplica fu inviata tre mesi fa; da allora ad oggi la situazione non è cambiata. La mittente è Malika Bakayeva, la madre del giovane Zelim Bakaev. Il destinatario della lettera era Ramzan Kadyrov, il capo di stato della Repubblica Cecena e l’uomo che, più di altri, è il responsabile della scomparsa di Zelim, della sua probabile tortura e della sua uccisione.
La supplica di Malika non era insensata, perché era per suo figlio Zelim. Il suo nome completo era Zelimkhan Khoussainovich Bakaev (in Russo Зелимхан Хусаинович Бакаев) ed era nato a Grozny nella Repubblica Cecena, in Russia, il 23 aprile 1992. Li lavorò per un anno e mezzo al dipartimento della cultura dell’ufficio del sindaco di Grozny, divenne uno dei solisti del gruppo musicale e di balletto “Stolitsa” (in russo, Столица) e si esibì in alcuni concerti in Cecenia ep in altre repubbliche del Nord Caucaso. Molto importante per lui fu l’incontrò col presidente Kadyrov, con cui fu fotografato.
Appassionato di musica, Zelim fece carriera coma cantante Pop. Lui divenne particolarmente famoso in Cecenia, Inguscezia, Daghestan ed anche in Russia. Nel 2012, si trasferì a Mosca, per far avanzare la sua carriera di artista e vivere la sua vita come gay, in un ambiente meno oppressivo.
Il 6 agosto 2017 Zelim era tornato a Grozny per partecipare al matrimonio della sorella. Sarebbe dovuto tornare a Mosca alcuni giorni dopo, poiché aveva inprogramma di prendere parte a una competizione musicale russa il 10 agosto. L’otto di agosto, da quanto si sa, fu arrestato dalle forze speciali di sicurezza a rapida implementazione (SOBR) cecene, come hanno affermarono due testioni oculari in un’intervista alla Dozhd TV. Anche il telefono cellulare di Bakaev fu disattivato lo stesso giorno.
Alcuni affermano che il suo arresto fu eseguito perché si sospettava che fosse gay. Le autorità cecene hanno lanciato una campagna contro le persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali) a partire dal 2017, ci sono rapporti che parlano della persecuzione delle persone gay nel paese. A Zelim fu proibito esibirsi in Cecenia.
Le informazione iniziali, che furono diffuse dopo la sparizione la sua saparizione, furono conflittuali e contraddittorie: “Si sparse prima la voce che lui era vivo ed aveva lasciato la Cecenia. Poi si diffuse la notizia che fosse morto. Non era vero. Noi sappiamo che Bakaev è vivo e che è ancora prigioniero in Cecenia“, disse la fonte anonima di un gruppo per i diritti umani in Russia.
[…] Nell’ottobre 2017 Igor Kocketkov, della rete LGBT russa, ha rilasciato una dichiarazione sulla scomparsa di Zelim dicendo che: “Alla fine di agosto, abbiamo ricevuto conferma che Zelim Bakaev è detenuto dalle autorità cecene perchè sospettato di essere omosessuale”. Purtroppo, nuove informazioni, che hanno iniziato ad emergere, affermavano che Bakaev era stato arrestato, torturato e successivamente assassinato nelle 10-13 ore successive al suo arrivo nella capitale cecena.
Bakaev è stato condotto in una stanza che odorava di paura? È stato spinto nudo su un pavimento di cemento e poi preso a calci senza pietà? E’ riuscito a distinguere i volti dei suoi torturatori attraverso il sangue che gli colava sul viso, sotto la brutta luce di una lampadina appesa sopra la sua testa? Ha provato a resistere, ha provato a protestare? Questo ha portato i suoi aguzzini a colpirlo ancora più duramente? La fine è arrivata pietosamente e veloce? Quante domande, ma avremo mai delle risposte? I suoi cari le troveranno mai, metteranno mai la parola fine a questa storia?
Ho utilizzato a corredo di questa storia di proposito delle foto che ritraggono Zelim Bakaevin. Volevo dare una faccia a tutto questo orrore, in modo che ogni lettore capisse di chi parliamo concretamente e non in maniera astratta. E ora, alcune parole sul capo dello stato ceceno Ramzan Kadyrov, tratte dalla sua voce su Wikipedia:
Kadyrov è stato coinvolto personalmente in numerosi casi di tortura e omicidio. Un certo numero di ceceni contrari a lui sono stati assassinati all’estero e diversi testimoni (tra cui Artur Kurmakaev e Ruslan Khalidov) riportano l’esistenza di 300 nomi inseriti nella sua “lista degli omicidi”. […] Un comandante ammutinato, Movladi Baisarov, ha affermato che Kadyrov “si comporta come un tiranno medievale: se qualcuno dice la verità su quello che sta succedendo, firma la sua condanna a morte, Ramzan è la legge. Può prendere qualsiasi donna e fare qualunque cosa gli piaccia (…) Ramzan agisce con totale impunità, conosco molte persone giustiziate su suo ordine e so esattamente dove sono state sepolte”. Il 18 novembre 2006 il comandate Baisarov è stato ucciso anche lui in un’imboscata tesagli dai membri della polizia di Kadyrov sulla prospettiva Lenin di Mosca, a circa due chilometri dal Cremlino.
Kadyrov in precedenza aveva incoraggiato le uccisioni extragiudiziali delle persone omosessuali da parte dei membri delle loro famiglie – in alcuni casi le persone omosessuali in carcere erano state rilasciate per consentire il loro omicidio da parte dei loro parenti.
Nell’aprile 2017, i media internazionali hanno riferito che gli omosessuali in Cecenia venivano arrestati, detenuti e torturati come parte di un pongrom su scala regionale. Il 5 maggio il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che avrebbe personalmente chiesto al procuratore generale e al ministero dell’Interno russo di aiutare il responsabile dei diritti del Cremlino Tatyana Moskalkova a controllare se vi fossero degli abusi in Cecenia. Il viceministro degli esteri britannico Sir Alan Duncan ha affermato al Parlamento del Regno Unito di essere stato informato dell’esistenza di un piano per eliminare la comunità gay della Cecenia all’inizio del mese sacro del Ramadan, che è iniziato il 26 maggio 2017.
La Cecenia ha smentito queste affermazioni attraverso il suo ministro degli interni che ha definito le accuse una fandonia. Il portavoce del dittatore Kadyrov Alvi Karimov ha respinto le accuse e descritto il rapporto su queste uccisioni, pubblicato dal quotidiano russo Novaya Gazeta, come “menzogne e disinformazione assolute“, basando la sua negazione sull’affermazione che “non si può detenere e perseguitare persone che semplicemente non esistono nella repubblica Cecena. Se ci fossero queste persone in Cecenia, gli organi di polizia non avrebbero bisogno di avere a che fare con loro perché i loro parenti li manderebbero dove non c’è più ritorno “. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitrij Peskov, ha affermato che non sono state trovate prove a sostegno delle accuse, aggiungendo che non ha motivo di dubitare delle affermazioni di Kadyrov secondo cui nessuno, sotto il suo governo, è stato perseguitato per il suo orientamento sessuale.
In un’intervista con Real Sports, trasmessa dalla HBO il 18 luglio, Kadyrov ha detto alla giornalista che avrebbe trasferito i gay ceceni in Canada, nel caso ne avesse trovato qualcuno ed ha affermato che i lobbisti pro-LGBT sono dei diavoli.
Zelim Bakaev è uno dei tanti gay uccisi, ma è importante perché conosciamo il suo nome, parte della sua vita e il suo aspetto: possiamo identificarci con lui. Non ci ha lasciato un grande lavoro come musicista, ma stava appena cominciando – le sue ali sono state brutalmente tagliate proprio mentre stava imparando a volare.
Così, ho deciso che questa storia non finirà qui: sentendo la storia di Zelim, mi sono venute in mente un certo numero di canzoni che ho sempre amato. Le dedico a Zelim e a tutti voi, perchè penso che queste canzoni possano parlarci anche di questi fatti.
“Perché non potevano amarti.
il tuo amore era vero
e nessuna speranza è stata lasciata dentro di te,
in quella notte stellata
[loro] ti hanno preso la vita, come fanno spesso [i nemici].
Ma vorrei averti detto, Vincent,
che questo mondo non è mai stato pensato
per una persona bella come te”
(Vincent di Don McLean)
“Puoi spegnere una candela,
ma non puoi spegnere un incendio.
Una volta che le fiamme iniziano a crescere
il vento le soffierà più in alto […]
Un uomo è morto
ma gli occhi del mondo
lo stanno guardando adesso”
(Biko di Peter Gabriel)
“Sono stato ucciso da un colpo, giacevo ucciso da un bastone
Quello attraversò l’aria e scese su di me attraverso la stanza,
determinato a distruggere tutto c’è che c’era di buono”
(The Lonesome Death of Hattie Carroll di Bob Dylan)
“Domani lascia le finestre aperte
mentre la paura cresce, per favore tienimi tra le tue braccia,
non mi aiuterai se non riesci a scuotere via questa rabbia,
ho bisogno delle tue mani gentili per riomanere calmo”
(The Last Song di Elton John)
“Sei stato spinto e preso a calci, eri un ragazzo solitario
quello di cui parlavano in giro nella città,
perciò ti hanno buttato giù”.
Avrebbero provato ad abbatterti,
ti avrebbero fatto male per farti piangere
ma tu non hai mai pianto per loro, solo per la tua anima.
No, non hai mai pianto per loro, ma solo per la tua anima”
(Smalltown Boy di Bronski Beat)
“Oh, come ho sospirato,
quando mi hanno chiesto
se sapevo il tuo nome”
(Lady Stardust di David Bowie)
“Riposa per sempre qui nei nostri cuori
l’ultimo momento è tuo,
quella sofferenza è stato il tuo trionfo”
(Here’s To You di Joan Baez)
“Sono accovacciato sempre più in basso,
sempre più in basso per la paura.
Non possono lasciarmi morire!
Non possono lasciarmi morire qui!
Mi coprirò con il fango e la terra.
Mi coprirò! So di non essere coraggioso!
La terra! la terra! la terra sarà la mia tomba”.
(I will end this small tribute as I began di Don McLean e i The Grave)
Ora, non dirmi che alcune di queste canzoni non hanno nulla a che fare con le grida delle persone LGBT perseguitate. La nostra sofferenza ha attraversato i secoli, perciò abbiamo acquisito il diritto di appropiarci di questi versi, quando necessario. Solo una parola in più: “Tiranni, è meglio che correte a nascondervi, subirete l’ira del giusto. L’ora della resa dei conti è su di Voi”.
Testo originale: Zelim Bakaev