Gli eventi del 2019 che hanno cambiato nel mondo la vita delle persone LGBT+
Articolo di Rachel Savage e Belinda Goldsmith pubblicato sul sito della Thompson Reuters Foundation* (Gran Bretagna) il 26 dicembre 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Nel 2019 milioni di persone in tutto il mondo hanno partecipato alle sfilate dei vari Pride, e i diritti LGBT sono stati ancor più al centro dell’attenzione: alcuni Paesi hanno introdotto il matrimonio omosessuale, mentre altri hanno preso in considerazione di punire con la pena di morte le relazioni omosessuali.
Il 2019 è stato anche il cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall contro le brutalità della polizia, il fatto di cronaca che ha dato origine a tutto il moderno movimento per i diritti LGBT+ nei Paesi occidentali.
Qui vi presentiamo dici storie di un anno di cambiamenti per molte persone LGBT+ di tutto il mondo.
1. Brunei e Uganda: pena di morte per i rapporti omosessuali.
A marzo è uscita la notizia che il Brunei, piccolo Paese vicino alla Malesia, stava progettando alcune modifiche al codice penale islamico, tra le quali l’introduzione della lapidazione per i rapporti intimi omosessuali. La reazione è stata globale, e celebrità come George Clooney ed Elton John hanno invitato a boicottare le attività economiche del Brunei; a maggio, perciò, il sultanato ha annunciato la moratoria sulla pena di morte.
A ottobre un ministro del governo ugandese ha annunciato una nuova discussione del disegno di legge noto negli anni scorsi come Kill the Gays. Dopo la reazione negativa internazionale, il governo della nazione africana ha negato di voler introdurre la pena di morte per i rapporti omosessuali.
2. Il Gabon pone fuori legge i rapporti gay e lesbici.
A luglio la nazione africana ha messo fuori legge “le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso”, con pene fino a sei mesi di carcere e multe fino a 5 milioni di franchi CFA (7.647 euro). La notizia è rimasta semisconosciuta fino alla fine dell’anno, quando un attivista che monitora i diritti LGBT+ nell’Africa occidentale è riuscito a parlare con due uomini gabonesi arrestati in ottemperanza alla nuova legge e rilasciati in seguito a una mazzetta.
3. Il Kenya conferma la sua legge antiomosessualità.
A maggio l’Alta Corte del Kenya ha confermato la legge coloniale britannica che punisce i rapporti omosessuali con il carcere fino a quattordici anni, rigettando così una petizione degli attivisti LGBT+. La motivazione è che le relazioni omosessuali sarebbero in conflitto con i valori morali tradizionali. Secondo gli attivisti, questa legge promuoverebbe l’omofobia in Kenya, Paese dalla società conservatrice e molto religiosa, e violerebbe i diritti costituzionali alla privacy, all’uguaglianza e alla dignità, e hanno deciso così di ricorrere in appello.
4. Il Botswana legalizza i rapporti omosessuali.
A giugno l’Alta Corte del Botswana ha abrogato la legge coloniale che puniva i rapporti omosessuali consenzienti con pene fino a sette anni di carcere: “Per la discriminazione non c’è posto in questo mondo” ha scritto nella sua sentenza il giudice Michael Leburu, sentenza che fa seguito ad altre che hanno riconosciuto il diritto, per le persone LGBT+ in Botswana, di essere protette dalla legge come ogni altro cittadino.
5. Il matrimonio omosessuale si diffonde.
A maggio Taiwan è diventato il primo Paese asiatico a introdurre il matrimonio omosessuale, nonostante il referendum del novembre 2018 avesse confermato, con la maggioranza dei due terzi dei votanti, la definizione del matrimonio come patto tra un uomo e una donna.
A giugno l’isola indipendente è stata seguita dall’Ecuador, che è diventato la ventisettesima nazione a permettere il matrimonio omosessuale.
Il mese seguente, il Parlamento britannico ha votato l’estensione del matrimonio omosessuale nell’Irlanda del Nord.
6. La proibizione, voluta da Trump, per le persone transgender di servire nelle forze armate statunitensi entra in vigore.
Ad aprile negli Stati Uniti è stata introdotta una legge che vieta alle persone apertamente trans di arruolarsi nelle forze armate. Secondo il presidente Donald Trump, i militari trans sarebbero la causa “di innumerevoli problemi e spese mediche”. La decisione di Trump ha ribaltato quella presa a suo tempo da Barack Obama.
7. La Corte Suprema brasiliana sentenzia che l’omofobia è un reato.
A maggio la Corte Suprema del Brasile ha deciso, in ottemperanza alle esistenti leggi antidiscriminazione, che l’omofobia e la transfobia sono reati. La sentenza pone fuori legge la violenza contro le persone LGBT+ e rende illegale negare loro l’accesso all’istruzione, al lavoro, agli esercizi commerciali e agli edifici pubblici. La sentenza arriva dopo che a gennaio, appena dopo essere entrato in carica, il presidente Jair Bolsonaro, che si proclama “fieramente omofobo”, aveva rimosso le questioni LGBT+ dall’agenda del ministero per i diritti umani.
8. Le zone “libere dall’ideologia LGBT” si diffondono in Polonia.
Il Partito Diritto e Giustizia, al potere in Polonia, durante la campagna elettorale per le elezioni europee di maggio e quelle politiche di ottobre ha parlato ripetutamente della “ideologia LGBT” come di un’idea straniera, che minerebbe alla base i valori tradizionali. Se a febbraio il sindaco di Varsavia ha firmato una dichiarazione pro-LGBT+, decine di città, soprattutto nelle zone più rurali e conservatrici, si sono dichiarate “libere dalle persone LGBT”, e in alcune città le sfilate dei Pride sono state attaccate da manifestanti contrari.
9. Il Pride georgiano sfida l’estrema destra.
Se milioni di persone in tutto il mondo hanno sfilato ai vari Pride per festeggiare il cinquantenario di Stonewall, a Tbilisi, [capitale della] Georgia, le persone LGBT+ e i loro alleati hanno dovuto ridimensionarsi a causa delle minacce dell’estrema destra. A novembre, invece, la prima di un film sull’amore gay è stata attaccata da una banda di ultranazionalisti violenti, più di venticinque dei quali sono stati arrestati.
10. Si diffonde la proibizione di proporre le “terapie riparative”.
A dicembre il governo tedesco ha proposto una legge che metterebbe al bando le cosiddette terapie riparative per i minori, seguendo il movimento che in tutto il mondo, con sempre crescente successo, cerca di screditare quelle pratiche [psicologiche e psichiatriche] che mirano a cambiare l’orientamento sessuale e l’identità di genere dei pazienti.
Le terapie riparative, o terapie di conversione, ampiamente condannate dalle associazioni mediche di tutto il mondo come inefficaci e dannose per la salute mentale, sono illegali a Malta, in Ecuador, in Brasile e a Taiwan.
* La Thomson Reuters Foundation, la fondazione di beneficenza del colosso dell’informazione Thomson Reuters, si occupa di notizie in campo umanitario, dei diritti delle donne e dei diritti LGBT+, di racket della schiavitù, diritti di proprietà e cambiamenti climatici. http://news.trust.org
Testo originale: From parades to punishments: 10 headline LGBT+ stories in 2019